Privatizzazione cimitero comunale a Regalbuto, ma Sindaco: “le carte ancora non ci sono”

cimitero angelo“Il sindaco di Regalbuto, come il premier Renzi, si presenta in aula con le slides per far approvare la privatizzazione del cimitero comunale. Alla nostra esplicita richiesta di poter vedere le carte, per sua stessa ammissione il primo cittadino ci dice che queste ancora non ci sono. Noi di Regalbuto Riparte abbiamo votato no e ribadiamo la nostra ferma posizione alla privatizzazione del cimitero comunale, che come dice lo stesso termine prevede utili a capitali privati e vigileremosu tutto quanto riguarda questo scellerato progetto che penalizza i cittadini di Regalbuto”. Ad esprimere tale pensiero è il capogruppo consiliare di Regalbuto, subito dopo la fine della riunione del consiglio comunale che si è svolto martedì scorso durante il quale è stato approvato a maggioranza il punto all’ordine del giorno che prevede di ricorrere al projet financing per l’ampliamento del cimitero comunale. “Abbiamo già chiesto ufficialmente di poter leggere le carte del progetto per valutare future azioni sociali, civili ed eventualmente penali sull’argomento – continua il capogruppo – noi come allora vogliamo ribadire che il cimitero comunale è stato e continuerà ad essere una risorsa per tutta la comunità regalbutese, una risorsa in termini economici e occupazionali. D’altronde i dati parlano chiaro: 9 progetti su 10 sono causa di fallimento. Il fallimento è dovuto principalmente al fatto che ”presi dalla fretta di realizzare le opere pubbliche in un contesto di scarsità di risorse, gli enti locali hanno trascurato l’impatto reale delle operazioni. Con la conseguenza di prestare il fianco ad atteggiamenti opportunistici degli imprenditori che sfruttano la propria forza contrattuale e l’asimmetria degli informazioni a proprio vantaggio grazie ad appoggi e alle connivenze politiche locali. In molti casi accade che siano sovrastimati i costi e sottostimati i ricavi. Il project Financing non è la panacea di tutti i mali, bensì una sorta di miniera d’oro per la lobby imprenditoriale legata alla politica. Un modo per far soldi dalle tasche dei cittadini, non una manna dal cielo. Nel nostro caso tra l’altro vogliamo vedere chi fa parte della compagine di cordata imprenditoriale”.