Iudica, ex manager dell’ASP di Enna: Com’è lo stato di salute dei 4 ospedali?

Com’e’ lo stato di salute dei 4 ospedali?

Intervista a Iudica, ex manager dell’Azienda Sanitaria di Enna

di Vincenzo Cimino

 

sanità-valigettaIl sistema ospedaliero dell’ennese può stare ancorato al suo passato? No, e non può essere altrimenti, se vuol reggere il ritmo dello sviluppo in ogni campo dei servizi al cittadino. Eppure, c’è chi vuol “ tenere le bocce ferme”, pur di difendere l’esistente che peggiora da tempo. Lo stato delle cose si presenta con i 4 Ospedali semivuoti, la loro marginalità nel quadro regionale, la pesante crisi dell’Oasi di Troina, la carente qualità dell’offerta delle prestazioni.

 

Che fare? Lo chiediamo al dr. Iudica, ultimo manager dell’Az. San. di Enna, prima dell’infornata dei commissari pescati nella burocrazia panormita. Era uno che “ci metteva la faccia” cercando il confronto con Sindaci e Cons. Com.li. Insomma, assegnava piena titolarità alle Istituzioni Locali sul governo della Sanità ennese.

 

– Allora, come potenziare la sanità ennese per adeguarsi alla domanda di salute della Sicilia interna, e non solo? Che fare?

Intanto prendiamo il via da cosa non si deve fare, richiamando due citazioni: “quando soffia il vento del cambiamento, gli sciocchi edificano muri, i saggi mulini a vento” perché “il futuro appartiene a chi lo sa immaginare”. I processi evolutivi della sanità sono così dirompenti che la scelta è una sola: o governarli o subirli .

 

-Evidentemente, i processi dinamici si governano accettando il rischio di lasciare le certezze, sempre meno, del presente. Ma il futuro non basta immaginarlo, occorre realizzare. Per quale modello sanitario ennese val la pena di credere e lavorare? 

Il modello va costruito su tre capisaldi. I primo è quello dei settori carenti nel resto della Sicilia, sui quali si possono fissare leadership che mancano. E dunque: riabilitazione fisica e neurologica, destinando il nuovo edificio di Pollicarini – Pergusa a Centro con competenze specifiche, coinvolgendo l’OASI di Troina in una gestione condivisa. A Troina la ricerca e a Enna la riabilitazione: una sanità d’eccellenza con tecnologie d’avanguardia e operatori di prestigio sul piano scientifico. Farebbero, tra l’altro, da volano alle altre strutture.

 

– Il secondo caposaldo?    

Gli ospedali sono quattro, e nessuno pensi che l’esistenza di ciascuno sia legata alla fine di altri. Perché un territorio si salva insieme, o insieme perisce. Pertanto, necessita un Patto di solidarietà per dare a tutti opportunità e riconoscere attitudini, certi d’alzare la qualità dell’offerta.

 

– E il terzo?

E’ vitale riordinare la rete ospedaliera, di fatto inesistente, essendo i 4 ospedale, più o meno, l’uno fotocopia dell’altro. Un sistema innovativo potrebbe essere quello “Hub and spoke” (tradotto starebbe per “perno e raggi). Il Nosocomio di Enna sede delle patologie con ricoveri ordinari, dotata di mezzi diagnostici ad alta tecnologia; gli altri tre piattaforme nelle quali equipe mediche e chirurgiche operanti sulle malattie che richiedono day-hospital, day-surgery e degenza post operatoria. Sia chiaro, gli ospedali di P. Armerina, Leonforte e Nicosia agirebbero su patologie, oggi da loro non trattabili mancando delle strutture relative.

 

– Ci spieghi meglio con ipotesi concrete, sennò si resta nel vago.

Si pensi a quante malattie e prevenzioni in Ginecologia, Dermatologia Chirurgia vascolare, Otorinolaringoiatria, Oculistica ed altre oggi non sono trattate nei tre nosocomi, obbligando i cittadini a sostenere spese pesanti per andare altrove.

 

francesco iudica Con questo sistema “Hub and Spoke”, non avremmo due livelli sbilanciati tali da creare riserve forti o chiusure?                    

Per nulla! Si avvantaggerebbe Enna che vedrebbe crescere la casistica; ci guadagnerebbero Leonforte, Nicosia e P.Armerina che avrebbero vita propria invece d’essere tolta. Una spedalità trasformata ampliando la loro offerta sanitaria. Insomma, invece di mini nosocomi auto referenti e l’uno duplicato degli altri, avremmo strutture che scambiano tra loro servizi d’alto grado specialistico.

 

– C’è una visione rosea nel suo progetto, e non considera i tempi d’attuazione.È tuttavia una proposta utile a superare lo schema di 4 ospedali “copia e incolla”. Cosa ci dice, invece, della Sanità in un territorio di 170 mila abitanti, le cui unità e dipartimenti son tutti a Enna. Non sarebbe logico decentrare?  

Sono d’accordo. Un esempio, perché non spostare Veterinaria a Leonforte, facendone un centro d’eccellenza? E ancora, perché non istituire a P. Armerina la direzione della Salute Mentale? Aggiungo, perché non aiutare Nicosia a divenire Presidio sanitario in una vasta area della Sicilia interna, che va ben oltre quella ennese? Esempi per dire che il cambiamento è possibile con scelte fattibili.

 

– Caliamo nella realtà volando basso per vederla in faccia. E sì, la faccia dei Sindaci con i loro C.C e dei Deputati reg.li con i loro amici, quella della Politica. S’è mosso Alloro del PD, ma senza un piano innovativo; s’è accesa l’assessora piazzese Lantieri, per spegnersi uscendo dai confini di c.da Bellia. E i partiti, più che assenti, sono inesistenti. E allora, se la Politica non è di casa da noi, chi sarebbero i buoni attori?  

Non lavoro più ad Enna dal 2012. So poco della Politica locale. So però, che la classe dirigente politica deve guidare i processi di crescita, e non subire egoismi territoriali e strette corporative degli operatori sanitari.

 

– La Politica locale è marginale e ha lo sguardo corto, ahinoi. Ci sono gli operatori con i loro sindacati. Ho l’impressione che non si vedono e non parlano, ma pilotano “i politici”. Peraltro non sono pochi i Sindaci medici! 

Posso solo dire che anche loro dovrebbero sentirsi edificatori del futuro della Sanità ennese innovata. Ho stima di loro avendo competenze e sapere. Devono avere coraggio perché se si perde, lo sono tutti sconfitti. Meno chiusure e più aperture, mettendo in gioco le loro professionalità.