Randagi a Leonforte

cani randagiIl randagismo a Leonforte è diventato un tema improcrastinabile. Dal 2009 il comune ha stipulato un contratto con Dog House per il contenimento e la custodia dei cani. Da diversi mesi però branchi di randagi preoccupano i cittadini e per il numero, se ne sono contati venti muoversi in branco, e per la viabilità automobilistica. Stazionando all’incrocio dell’uscita nord del paese i cani spesso si attardano sulla strada, rallentando le automobili o costringendo a brusche frenate. Cosa succede? Molti cittadini hanno segnalato cani con collare e ciò ha fatto pensare a un abbandono irresponsabile e criminale. Di fatto il numero dei randagi è aumentato nonostante i continui interventi di recupero e controllo e salvo Vasco e Spiro, che abituati alla convivenza con i paesani, liberamente gironzolano fra i tavoli dei bar del centro, gli altri infastidiscono e allarmano. E’ uso portare a passeggio fra la folla cani di grossa taglia con guinzagli, a volte inadeguati, è uso pestare “cacche” addebitabili anche ai non randagi e soprattutto è uso sottovalutare tragedie prevedibili. La promiscuità normativa crea confusione e paura anche fra chi rispetta le regole e non gradisce le scorribande randagie e con pedigree.
Controllare questo fenomeno è estremamente importante e per le ripercussioni che può avere sulla situazione sanitaria e per garantire l’incolumità pubblica. Il comune, ai sensi della legge 14 agosto, 1991 n. 281, ha il compito di tutelare il territorio e la cittadinanza prevenendo aggressioni e prolificazioni. E è sempre prevista la responsabilità civile ex articolo 2052 del Codice civile e penale dei proprietari, in caso di danni o lesioni a persone, animali o cose. L’immondizia agli angoli delle strade alletta di certo i cani affamati, ma anche gatti e ratti non disdegnano. Che fare? Tutelare meglio e sperare nella buona creanza dei cittadini. Gettare l’immondizia dentro i cassonetti aiuterebbe e non abbandonare i cani, cuccioli dolcissimi e adulti insopportabili pure, ma anche adottare soluzioni già adottate nel ragusano a esempio. Promuovere l’adozione di un randagio sterilizzandolo in cambio di sgravi o farne un prodotto “D.O.G.” con l’esclusiva sul Paese, richiamerebbe turisti da ogni dove, che in cambio di una rapida consumazione, riceverebbero in cambio un cadeau a quattro zampe con Leone sulla medaglietta ricordo. Che si faccia e presto però perché già troppo ricca è la cronaca giornalistica e noi questa non la vorremmo raccontare.

Gabriella Grasso