Movimento cittadino ‘Regalbuto Riparte’ deposita richiesta di due “referendum abrogativi”

Il 13 gennaio scorso i rappresentanti del movimento cittadino Regalbuto Riparte hanno depositato all’ufficio protocollo del Comune di Regalbuto la richiesta di due “referendum abrogativi ai sensi dell’art. 28 dello statuto del Comune di Regalbuto. Con tale richieste il comitato cittadino chiede che vengano avviate i procedimenti di consultazione. I referendum si riferiscono alla cosidetta privatizzazione del cimitero comunale e alla vendita del suolo dove insiste un chiosco bar/tabacchi. Le domande da porre ai cittadini sono le seguenti: “Volete che sia abrogata la delibera di giunta comunale n° 102 del 31/5/2016 avente per oggetto ampliamento e gestione del cimitero comunale. Proposta di project financing”. Con tale richiesta i firmatari del referendum chiedono che il cimitero comunale resti con l’attuale gestione in house. Il secondo referendum si riferisce invece alla vicenda dell’alienazione del suolo comunale dove insiste il chiosco bar tabacchi nella piazza della Regione, di proprietà dei familiari dell’attuale primo cittadino regalbutese. Il quesito referendario chiede ai cittadini di abrogare la delibera del consiglio comunale 67 del 28 novembre. A tutela degli interessi e salvaguardia del patrimonio comunale il movimento Regalbuto Riparte chiede che siano i cittadini ad esprimersi. “E’ la prima volta che un movimento cittadino – ci dice la portavoce Maria Carmela Romano – chiama i propri concittadini ad esprimersi su due decisioni dell’attuale amministrazione comunale che secondo noi non tutelano gli interessi sociali ed economici della città. Il cimitero comunale – continua Romano – fino ad ora è stato ed è tutt’ora una risorsa patrimoniale del Comune e dunque non vediamo perchè debba essere gestito da privati. Stesso discorso vale per la vendita del suolo comunale dove l’ente comune incassa somme, che forse dovrebbero essere riviste”. La richiesta di referendum è stata anche indirizzata per conoscenza alla Prefettura di Enna e alla procura della Repubblica di Enna.

Agostino Vitale