Pietraperzia. Nuovo parroco alla Madonna delle Grazie il gelese don Angelo Ventura

PIETRAPERZIA. Il gelese don Angelo Ventura nuovo parroco della Madonna delle Grazie di Pietraperzia. Sostituisce don Osvaldo Brugnone nominato parroco della Matrice di Pietraperzia. Don Osvaldo, alla chiesa Madre, occupa il posto di don Pino Rabita nominato, a sua volta, dai 18 vescovi della delle diocesi siciliane, direttore dell’Ufficio Pastorale di Palermo. Don Angelo ha 36 anni.

Chi è Don Angelo Ventura? Ci traccia un suo ritratto? “Don Angelo Ventura è un sacerdote che, da quasi otto anni, svolge il suo ministero. Nei primi tre anni del mio sacerdozio sono stato nella comunità parrocchiale di Niscemi. Prima al santuario e poi alla Parrocchia del Purgatorio. Altri 5 anni sono stato nella mia parrocchia di origine, la chiesa Madre di Gela. Sono stato a stretto contatto con il mio parroco, il compianto monsignor Grazio Alabiso, un uomo di grande lustro e di grande cultura. Io sono stato e cresciuto con lui. La mia vocazione è nata all’interno della comunità parrocchiale della chiesa Madre. Da lì ho maturato la mia esperienza vocazionale fino a raggiungere un trampolino che mi chiama a un servizio molto più specifico, quando nel 2009 sono stato ordinato sacerdote. Sono stato mandato quindi nella mia comunità parrocchiale che è stata la comunità che mi ha accolto e dove ho prestato servizio”.

Cosa si sente di dire al suo ingresso in questa nuova comunità parrocchiale di Pietraperzia? “Io cerco di portare sempre avanti lo stile che ha accompagnato i miei anni di sacerdozio. Soprattutto quella che era l’esperienza di chi mi ha formato: il rendermi disponibile alla gente, soprattutto per coloro che vivono in un contesto di indigenza e di bisogno, per l’aiuto pastorale attraverso il mondo dei giovani, per vivere con loro la dimensione di un incontro che diventa incontro salvifico perché la presenza di Cristo nella loro vita che li rende partecipi nella comunione di grazie che, attraverso la vita ecclesiale, devono rendere come testimonianza per diventare testimoni credibili dell’amore che li avvolge e che li rende creature nuove”.

Si aspettava di essere nominato nuovo parroco a Pietraperzia? “Sinceramente no. Per me è stata una nuova e ‘sconvolgente’ verità. Io vengo da una comunità molto più grande. La mia parrocchia, la chiesa madre di Gela, contava diecimila abitanti. Adesso trovarmi in un piccolo centro ridimensionando tutte le realtà, è una prova per me. Tutto diventa più bello perché si crea un clima di familiarità. Ho già avuto modo di conoscere la comunità. L’affetto e il cercare di potere vivere l’esperienza della parrocchia che è famiglia di famiglie. È questo che porto con me, esperienza e che cerco di potere condividere e con l’aiuto di quanti, insieme a me, portano avanti quel progetto che è il progetto di Dio”.

Lei conosceva Pietraperzia? “A Pietraperzia sono stato all’epoca del seminario quando noi facevamo le attività di pro-seminario, il sostentamento per le necessità del seminario. È una nuova esperienza che mi chiama a vivere la dimensione di un incontro bello e fruttifico che aiuta a crescere me e la comunità che sono chiamato a servire”.

Gaetano Milino