Da quest’anno ogni liceale dovrà applicarsi in 200 ore di impieghi fuori dalle mura scolastiche nell’arco del triennio, per dare un senso ai 45 milioni di euro per 60 progetti di laboratori territoriali: attività da svolgere in orario extrascolastico, con il sogno di istituti aperti al territorio, luoghi di innovazione e sperimentazione per inserire 60 mila giovani nel biennio 2015-17. La stagizzazione obbligatoria lascia però scontenti i ragazzi, che vorrebbero impegnarsi in conoscenze più aderenti a quello che “faranno da grandi”. I dissensi dei ragazzi sono contenuti, ma basta domandargli “vi è piaciuta la lezione?” per sentirli sbottare in un “NO” di rabbia e di insofferenza per una burocrazia insensibile ai loro desideri e ai loro bisogni:« Se non lo fai (il corso) non accumuli le 200 ore indispensabili per accedere all’esame di maturità. Tra le proposte di stage ci sono cose lontanissime dai nostri progetti di futuro. Discutono di noi senza di noi”. I professori Nigrelli e Maria si sono messi a disposizione dei liceali pur comprendendo lo scollamento fra idea di scuola e scuola reale insomma l’alternanza aula-lavoro per gli studenti e non solo è diventata un incubo.