Ricca di spunti di riflessioni la lectio magistralis tenuta dall’on. D’Alema alla Università Kore


Ricca di spunti di riflessioni la brillante lectio magistralis tenuta dal Presidente On. D’Alema alla Università di Giurisprudenza di Enna.
Oggetto del dibattito la crisi della democrazia, le sue cause e i suoi possibili rimedi.
Partendo dal presupposto che l’attuale situazione democratica comporta un aumento delle diseguaglianze non solo economiche ma anche sociali e un inevitabile crollo della partecipazione popolare si arriva a concludere che solo la politica può dettare le regole per superare tale grave situazione, ove il rischio è che il potere sia esercitato da lobbies economiche e tecnocratiche e non dal popolo che come recita l’art., 1 della costituzione lo esercita nelle forme e nei limiti della costituzione.
Non si tratta di una nostalgica rievocazione dei partiti ma dell’amara considerazione che ormai il potere viene organizzato da piccoli potentati di interessi economici e personali che una volta ottenuto il consenso elettorale diventano autoreferenziali e incapaci di pensare al bene comune troppo attenti a curare gli interessi di cui sono portatori.
Mi ricordo che la vita della sezione, di qualsiasi partito, si viveva come una famiglia e che in particolare i partiti riuscivano a selezionare una classe dirigente all’altezza del ruolo istituzionale e a farsi recettori di tutte le esigenze anche del più umile degli iscritti, uniti da una ideologia che alla fine si traduceva in una visione del mondo più progressista o più conservatrice.
Vi erano delle regole che avevano quasi il crisma della sacralità, una visione altra e alta della politica.
Oggi assistiamo a una crisi non solo della democrazia ma in ultima analisi di tutta una serie di diritti quali quelli al lavoro, alla salute, alla tutela dei giovani e più in generale delle fasce deboli che in un sistema governato dai partiti e dalla politica i era impensabile.
La domanda allora è dove andremo finire? Chi si farà portavoce delle fasce più deboli della popolazione? Perché oggi superata la vecchia distinzione dei partiti in partiti di destra e di sinistra si sta assistendo a uno scontro tra chi vuole conservare i privilegi di un vecchio gruppo di potere e chi invece vuole farsi interprete di esigenze che partono dal basso e che riguardano giovani in cerca di occupazione, anziani sempre più soli e fragili, lavoratori senza più tutele, una caduta del sistema previdenziale e assistenziale che rende cupo e incerto il futuro, cittadini con sempre meno diritti e sempre più lontani dai centri di potere che ormai assumono caratteri sovranazionali ed europei.
Di certo cresce l’insoddisfazione del popolo che vede aumentare le diseguaglianze non solo legate alla crisi economica degli ultimi anni ma soprattutto a una assoluta mancanza di prospettiva di pensieri lunghi capaci di indicare soluzioni e di mettere in campo rimedi.
E di fronte a tale insoddisfazione crescente il rischio è che sempre più cittadini si allontanino dalla politica partecipata perché delusi e senza più speranze, lasciando il posto ai gattopardi e alle iene che già Tommasi di Lampedusa descriveva in modo encomiabile e che pare non siano più solo un fenomeno siciliano ma di carattere nazionale.

Cristofero Alessi