Patto per Enna. Venti di guerra e sfiducia. I politicanti, il politichese e quella politica ormai retrò che non convince più

Ho provato a stare in rispettoso silenzio in questi momenti di massima confusione nel panorama politico cittadino, dove il caos sembra regnare sovrano. Ma l’ostinato avvicendarsi di notizie e dichiarazioni mi obbliga a prendere parola.
Sono due le componenti che stanno segnando queste contingenze politiche attuali: da un lato, la cittadinanza che giustamente ha a cuore la città e guarda auspicante al ritorno della vivibilità di un tempo e all’efficienza dei servizi, dall’altro lato la classe politica, che invece si diverte facendo il gioco delle tre carte, provando a distrarre chi osserva e chi vuol capire, per poter far credere ciò che non è, mischiando sempre più le carte per generare ancora più confusione.
La fine prematura di un sodalizio politico e la precipitosa od anche, per me, discutibile modalità con cui si è consumata la rottura dell’alleanza di governo, non ha purtroppo liberato il pensiero fine, non ha favorito un comportamento elegante. Piuttosto che suscitare una politica di sostanza che approda a un’opposizione ferrea e critica, ma raffinata e ragionata, ha invece scatenato in alcuni protagonisti della scena politica una serie di reazioni scomposte che scompaginano il “buon senso” e sfociano nella pochezza dei contenuti, nella piccineria di alcuni atteggiamenti.
E’ per esempio il caso del consigliere Scillia, che in preda ad un nervosismo tormentoso, continua a suonare un disco rotto che ripete continuamente “sfiducia al sindaco”, con impennate infelici su storie di amanti e di corna, ma di poca sostanza politica. Fare appello solamente al “tradimento” di Dipietro è una mossa inconsistente, perché pone in risalto il tema dell’appartenenza, liquidando col solo riferimento al rapporto col personale, l’azione amministrativa del sindaco. E’ vero, c’è stata mancanza di chiarezza, carenza di comunicazione, scarsa intesa, ma sono limiti afferenti la natura dei rapporti. Ciò non significa però che il sindaco, che tutti contestano, non ha lavorato per la città.
Fare appello a queste motivazioni è un goffo tentativo per affrancare una precisa posizione e giustificare, all’occhio della gente, la decisione di voler sfiduciare il sindaco.
Quello di disorientare il cittadino e l’opinione pubblica con anatemi e condanne per poter dire ciò che si vuole, è una pratica vecchia e risaputa che non convince più. Visto che al collega piacciono le metafore, è come il depistaggio nelle indagini poliziesche o come, nel medioevo, le condanne di eresia per liberarsi di persone scomode. E’ un modo di fare politica ormai logoro e desueto, appartenente ad un sistema ormai in via di estinzione, al quale la gente per fortuna non crede più perché capace ormai anche da sola di farsi un’idea nonostante l’ambiguità del momento e nonostante i “raggiri” di natura politica.
E’ lo stesso metodo che sta usando una parte del PD cittadino per tentare di mandare subito a casa il sindaco. E lo fa sfruttando l’impasse del momento, quale occasione ghiotta di cui servirsi, perché se è vero che a breve partono i lavori al viale Caterina Savoca (e non certo per merito della bella posa fotografica con Crocetta), il servizio in house di raccolta rifiuti svincolato finalmente dall’ATO, i lavori di rifacimento del campo di calcio di Pergusa, i lavori alla Scuola Neglia, il Concorso musicale F.P. Neglia e tutto quanto questa amministrazione in 20 mesi ha già predisposto… poi diventerebbe troppo tardi e della proposta di sfiducia non potrebbero giustificarsene le ragioni. Tutte le motivazioni infatti addotte da qualche consigliere del PD, in merito al degrado della città, non hanno minimamente fatto cenno alle tante cose realizzate dall’Amministrazione nell’arco di quasi due anni, in ossequio al Programma Elettorale, seppur con mille difficoltà e con qualche incidente di percorso ed errori commessi. Errori e criticità onestamente evidenziati più volte dal sottoscritto ed anche dal sindaco stesso nelle sedi ufficiali e istituzionali.
La verità è che questa sfiducia sembra più un atto di “ripicca” costruito ad arte con precise strategie telecomandate, che però oltre ad avere contenuti scarni, non ha un valido movente politico. E la storia recente di questa città dovrebbe averlo già insegnato a tanti. “Sfiducia” non è una parolina da mettere in bocca senza avere contezza di quanto gravi siano le conseguenze per la comunità. Direi addirittura che a livello comunale non dovrebbe nemmeno esistere. E’ un atto politico “scellerato e perverso” che sancisce il FALLIMENTO DELLA POLITICA TUTTA e l’incapacità di fare politica da parte di tutti i protagonisti della scena, siano essi di maggioranza che di opposizione.
Ma adesso, visti i proclami di questi ultimi mesi, visti i continui appelli all’ “ammutinamento”, visto il “tam tam” propagato in città, diventato quasi un tormentone, visti gli innumerevoli annunci sbandierati da questi “salvatori” della comunità ennese, da questi “paladini della buona politica” che tutt’a un tratto affiorano, mi auguro che si assumano la responsabilità di quanto da loro manifestato finora e PRESENTINO in Consiglio Comunale questo benedetto documento. Li guarderemo in faccia – e invito tutti i cittadini a farlo – mentre scrivono un’altra pagina nera e indegna di questa nostra amata e martoriata Enna.

Maurizio Bruno – Capogruppo Patto per Enna


Comunicato stampa