Comune di Enna. Questa sfiducia al Sindaco Di Pietro non s’ha da fare

Comune di Enna. Questa sfiducia al Sindaco Di Pietro non s’ha da fare

di Massimo Greco

Al netto delle valutazioni politiche strettamente correlate alla dinamiche interne al Partito democratico ennese, le contorsioni che si registrano in alcuni Consiglieri comunali sulla mozione di sfiducia al Sindaco di Enna Di Pietro, altro non sarebbero che il frutto amaro del meccanismo del voto disgiunto che nel nostro ordinamento comporta proprio la possibilità che vi sia in Consiglio comunale una maggioranza contrapposta al Sindaco che è stato direttamente eletto dai cittadini, con la conseguenza che lo stesso è costretto, spesso suo malgrado, ad assicurarsi la governabilità in Consiglio proprio perché gli elettori non gliel’hanno garantita con il sistema del voto disgiunto. Peraltro, il principio della elezione diretta del Sindaco non comporta necessariamente un rapporto di rigida separazione con il Consiglio comunale, bensì è compatibile, secondo la discrezionalità del legislatore, con la previsione che intercorra con il predetto organo rappresentativo un rapporto di coesa collaborazione e di ininterrotto coordinamento. Invero, il rapporto di fiducia che lega il Sindaco con i suoi elettori è sostanzialmente mediato dal Consiglio comunale che, quale organo esponenziale della comunità locale, è titolato a metterlo in discussione anche ricorrendo all’estrema ipotesi della “mozione di sfiducia”.

In tale contesto, sbaglia chi pensa di dovere collezionare numerosi casi di mala-amministrazione da allegare in delibera, poiché la “mozione di sfiducia” rientra tra i provvedimenti caratterizzati da una elevatissima discrezionalità, sindacabile dal Giudice amministrativo solo in caso di manifesta illogicità o evidente travisamento dei fatti e sebbene la normativa vigente sancisca, come condizione di legittimità dell’atto, che esso sia motivato, è indubbio che possa anche trattarsi di una motivazione “politica” e non necessariamente di tipo tecnico-amministrativo.

In sostanza, è lo stesso sistema ordinamentale, per ragioni più istituzionali che politiche, ad incoraggiare un Sindaco di minoranza, come quello di Enna, ad assicurarsi una governabilità corteggiando Consiglieri comunali originariamente eletti in liste contrapposte.