Nella politica di Enna anche il silenzio fa rumore

Nella politica di Enna anche il silenzio fa rumore. Si potrebbe spiegare così quanto accaduto nel fine settimana dopo le pesanti accuse registrate tutte all’interno del Partito Democratico dove c’è in atto una faida tra chi preme per sfiduciare il sindaco Dipietro e chi, sempre dentro il Pd, invece si è detto contrario. È il caso dei consiglieri De Rose, Lo Giudice, Savoca e Colaleo i quali, spiazzando tutto il gruppo ma anche il partito, senza alcuna remora hanno chiarito quella che è la loro posizione. Questo distinguo ha creato non poche frizioni tant’è che anche dal Pd romano si sono interessati alla vicenda “avvertendo” che chi vota la sfiducia senza confrontarsi con il partito, e quindi il commissario, rischia di essere espulso. Una prospettiva che, invece, da Enna avrebbero a loro volta annunciato a chi non segue la linea del gruppo. È stato dunque insomma un continuo generare di confusione.
Rispetto a questi fatti la novità è però arrivata tra venerdì sera e ieri e riguarda sempre la sfiducia ma con una proposta a metà strada. Ai consiglieri democratici o comunque ad una buona parte di loro, considerata la ferma posizione dei quattro contrari che non vedono una motivazione politica alla sfiducia, è stato proposto di firmare adesso un impegno per presentare la sfiducia a dicembre. E proviamo a spiegare anche il perchè. I più titubanti alla sfiducia considerano un suicidio per la città sfiduciare il sindaco – e mandare a casa anche il consiglio comunale – affidando la città ad un commissario fino al prossimo anno. In una prima fase iniziò a circolare la voce che li tendeva a rassicurare per un voto a gennaio. Questa circostanza è stata subito archiviata. L’ultima proposta nascerebbe invece dalla volontà di assicurare al consiglio di restare in carica fino a dicembre quando poi si andrebbe alla sfiducia e con un commissariamento che durerebbe tra i quattro ed i cinque mesi al massimo. Anche in questo caso, dalle indiscrezioni venute fuore, le porte sono rimaste fortemente sbarrate ed il discorso chiuso sul nascere da chi è ormai convinto della propria idea.
La proposta si è subito diffusa in tutti gli ambienti politici che ruotano intorno al consiglio comunale suscitando reazioni tra il serio ed il facèto con chi si è chiesto se tale impegno firmato si sarebbe dovuto fare con un rogito, ma i più perplessi, dentro e fuori dallo stesso Pd, si sono chiesti fino a quando questa vicenda andrà avanti consapevoli che la città ha necessità di parlare d’altro. Ed in questo un segnale dovrà arrivare anche dal sindaco con la nomina dei due assessori mancanti in giunta, un atto che si attende dalle dimissioni degli ex assessori Palermo e Cortese nello scorso marzo, una nomina che dovrà adesso avvenire nel minor tempo possibile.