Troina continua a credere nell’opera di Padre Vito Misuraca realizzata in Rwanda


C’è una Troina, che lontano dalle luci dei riflettori, è protagonista di un cambiamento inconsapevole, che avviene a migliaia di chilometri di distanza. È la Troina che continua a credere nell’opera di Padre Vito Misuraca realizzata in Rwanda, nell’Africa centrale, dove ha sede un orfanotrofio, una chiesa, una casa per religiose, una scuola materna, una elementare e un ospedale, tutte frutto dell’incessante attività umanitaria di Padre Vito e dell’associazione “Mere du Verbe” Pro Rwanda Onlus di Troina, che dopo la sua morte, continua nella raccolta fondi da destinare all’orfanotrofio di Kigali.
Padre Vito Misuraca è nato a Catania il 12 febbraio 1950, ed è morto a Bari il 22 febbraio 2010, originario di Cesarò, dopo aver portato a termine gli studi religiosi a Messina, presso i Rogazionisti, partì per l’Africa. Con Troina ha sempre avuto uno strettissimo legame, è qui che vive parte della sua famiglia.
Aveva solo 60 anni quando una grave malattia gli stroncò la vita, una vita vissuta fino in fondo. Infatti, durante il genocidio del 1994 in Rwanda, uno dei più sanguinosi genocidi del 900, salvò la vita ad oltre 800 bambini. Un eroe dei nostri giorni, che ha ridato la speranza ad un popolo devastato dalla guerra. Una guerra feroce, di cui lui stesso racconta le atrocità nel libro “Rwanda. Diario dall’inferno”.
L’associazione, che ha sede a Troina, continua quell’incessante opera di aiuto tramite il fratello di Padre Misuraca, Salvatore.
“Fin dal 1989 ho affiancato mio fratello nel suo lavoro, afferma Salvatore Misuraca, presidente dell’associazione, conosco i grandi sacrifici, la sofferenza e la gioia provata al raggiungimento di ogni obiettivo. Soprattutto, conosco i bambini, la loro storia, le loro speranze. Li ho visti crescere e diventare adulti. Ma soprattutto, prima che mio fratello morisse, gli feci la promessa che non avrei abbandonato i suoi bambini e la sua opera”.
È Troina, quindi, il cuore pulsante dell’opera di Padre Vito, che a 23 anni di distanza dal genocidio, vede il Rwanda in una fase di sviluppo crescente. La Svizzera d’Africa, così è chiamato il Paese dagli economisti.
“Mio fratello credeva che ogni bambino fosse dono di Dio all’umanità, continua Salvatore Misuraca, una goccia in un mare di bisogni”. Ma nonostante convivesse con la minaccia continua della morte, Padre Vito, è riuscito a realizzare il miracolo di salvare la vita a quei bambini e a dargli un futuro migliore.
“Tra tutti i bambini che ho conosciuto, racconta Salvatore Misuraca, ce n’è uno la cui storia mi ha colpito, il suo nome è Edoardi. Viveva da solo su un grande albero in mezzo alla foresta, i suoi genitori erano morti. Probabilmente aveva paura, ma mio fratello è riuscito a ridargli dignità, speranza e amore, dandogli una casa e un’istruzione. Oggi Edoardi si è diplomato, si è sposato e ha dei figli. Per questo la gente in Rwanda lo chiama Papà Vito e lo continua ad amare ancora oggi”.

A Padre Vito Misuraca è stato dato il titolo di Giusto nel 2011, oltre che il premio Educazione della Pace nel 2004.
“Ringrazio tutti i troinesi che da sempre sostengono la missione, conclude Salvatore Misuraca, e li ringrazio a nome dei bambini, senza il loro sostegno e quello di tanti amici italiani l’opera di Padre vito non sarebbe potuta andare avanti”.
Chi volesse aiutare l’associazione, può farlo versando un contributo libero sul conto corrente postale 96149323, oppure telefonando al numero 0935653802.

Sandra La Fico