Sfiducia a Sindaco di Enna: il Pd è ora davanti ad un bivio

Enna. Con l’esito del referendum che ha visto i propri iscritti scegliere di presentare subito la mozione di sfiducia al sindaco e le reazioni di alcuni dei propri consiglieri che si sono schierati contro, il Pd è ora davanti ad un bivio i cui scenari futuri sono tutti in evoluzione sia sul fronte comunale che del partito in generale. Soprattutto le parole del consigliere Giuseppe Savoca hanno messo sul tavolo uno strappo che dentro il Pd covava da tempo. Il consigliere, alla sua prima esperienza, ha criticato scelta, modi e tempi della mozione di sfiducia che, ha detto, “ha oscurato argomenti degni di nota” per la città. E sono parole che certamente faranno discutere nella riunione del gruppo consiliare che si terrà la prossima settimana. L’atmosfera tra i sedici consiglieri democratici non è delle migliori e la presa di posizione dei quattro (ci sono pure Colaleo, De Rose e Lo Giudice) non ha migliorato il clima anche perchè c’è adesso chi, dentro e fuori da Pd, ritiene che la mozione vada firmata e votata da tutti o da nessuno segno che qualcun’altro potrebbe anche svincolarsi.
Ma quanto sta accadendo dentro il gruppo consiliare non è niente di diverso da quanto si vive in tutto il Pd del capoluogo, un partito diviso in due, da una parte il gruppo storico del Pd che vuole la sfiducia, dall’altra quello del commissario Carbone che mette in guardia chi vota la sfiducia avvertendo che rischia l’espulsione. Di quest’ultimo fronte ne fanno parte i renziani, ma pure alcuni storici dem che non condividono la linea del passato.
C’è chi sostiene che la disputa per le redini del partito stia passando proprio attraverso la sfiducia al sindaco usata come grimaldello. Una sorta di prova per misurare la forza ma questo scenario ha creato molta confusione tra alcuni degli stessi democratici che chiedono chiarezza e di capire chi è il referente (aspetto chiaro per Carbone), mentre c’è chi ritiene che debbano essere proprio gli iscritti a decidere da che parte stare. Intorno alla mozione di sfiducia però si potrebbe dare un’altra lettura che è più elettorale viste le prossime regionali ed in tal senso, stretto tra due forze c’è il deputato uscente Alloro che si è dichiarato renziano, fronte dal quale gli chiedono scelte nette (una su tutte sulla mozione attraverso i suoi consiglieri di riferimento De Rose e Lo Giudice) ed anche di rottura col passato.
Chi insomma pensava che con il referendum sulla sfiducia sarebbe arrivato un punto di svolta dovrà invece aspettare. Nel frattempo aumenta però il pressing di chi chiede al sindaco di completare la giunta senza più attendere visto che, comunque, gli equilibri e le posizioni messe in campo dal Pd sono chiare, così come è ben noto il pensiero degli ex alleati del sindaco i quali hanno chiesto tempi certi per completare la giunta e ripartire subito intorno a dei punti programmatici condivisi.