Ortopedia sociale a Leonforte

L’estate impazza lungo il Corso Umberto I. Corso affollato di silenzi alternati a echi di balere mai totalmente agèe, in quel di Tavi. I cartelli “No ZTL” persistono sulle vetrine di molte attività, minacciosi e ignorati. Il puzzo di cloaca permea gli angoli “cassonetti free” e il disamore per il natio borgo assurge a rinnovata certezza fra le genti che fuggono, non per sentirsi migliori, ma per sentirsi diversi con tutti i sospirati “chissà” e gli indicibili “speriamo”.
Da qualche tempo però la barbarie ha il suo bel da fare per contraddire l’impellente civiltà. L’ingresso nord del paese è sorvegliato da occhi vigili e minacciosi. Lo sappiano gli invasori. La nostra città, telecamere munita, è inespugnabile. Attenta al controllo veicolare, al flusso di auto e a ogni difformità urbana, Leonforte diventerà a brevissimo smart. Le telecamere, di cui sopra, segnaleranno tramite app i posti vacanti nei pub più cult o le vanedde al tocco votate, indicheranno i marciapiedi presidiati dai pickwik nostrani e le vie impraticabili per smottamento del manto stradale o i moduli da compilare in caso di foratura, storta o bestemmione quadruplo per le cose di cui prima. Attenti leonfortesi che l’ortopedia sociale passa per la sorveglianza e la punizione. Attenti.

Gabriella Grasso