Paventata chiusura della sede di Gagliano del Consorzio di bonifica

Gagliano. Un nuovo ciclone si abbatte sulla zona nord della provincia di Enna, vessata dalle continue difficoltà che ne ostacolano lo sviluppo. I sindaci della zona si mobilitano compatti contro la paventata chiusura della sede del Consorzio di bonifica Enna 6 di Gagliano, da sempre fonte di lavoro per tanti cittadini del territorio. Su iniziativa del sindaco di Gagliano, Salvatore Zappulla, i sindaci di Agira, Maria Greco; di Troina Sebastiano Fabio Venezia; e di Cerami, Michele Pitronaci, si uniscono con un unico fine: quello di mantenere la sede consortile di Gagliano, al fine di evitare disagi all’utenza. “Confidiamo nella sensibilità dei vertici del consorzio di bonifica – dicono – per una soluzione rapida del problema”.
La sede storica di Gagliano, costituita nel 1939, è stata per molti decenni volano di sviluppo per questo territorio abbandonato a se stesso. Per decenni ha avuto positive ricadute sull’occupazione, svolgendo una funzione fondamentale anche per i territori limitrofi. Ora una nuova scure incombe sulla sede storica. L’ennesima amputazione di una parte vitale di questo territorio non può passare inosservata, pertanto gli amministratori chiedono all’unisono l’annullamento della delibera del commissario straordinario, datata 10 maggio 2017, con la quale si sancisce il trasferimento del personale tecnico-amministrativo presso la sede di Leonforte. La soppressione della sede gaglianese sarebbe causa di notevoli disagi per i dipendenti consortili e per gli utenti.
La presa di posizione congiunta dei sindaci della zona intende fare quadrato a difesa di un territorio disagiato, stremato e costantemente alle prese con infinite criticità. Gagliano, Cerami, Troina e Agira non intendono più restare ai margini e per questo vogliono far sentire forte la propria voce. Tra le vergogne di questo territorio, di cui nessuno sembra farsi carico, vi è per esempio l’eterna incompiuta: la sp 22 Agira-Gagliano, le cui condizioni, al limite dell’inciviltà, offendono ogni giorno cittadini e lavoratori. Dal 2008 si attende di vedere realizzato un ponte in acciaio di soli 207 metri, rimasto fermo per intoppi burocratici, dovuti a controversie verificatesi tra l’ufficio tecnico della provincia di Enna e l’impresa aggiudicataria.
Sono numerosi i problemi di questo territorio, legati alla viabilità e alla disoccupazione, ma un silenzio assordante è l’unica risposta che si riesce a percepire dall’alto. E’ già difficile creare nuovi posti di lavoro e ora anche le vecchie certezze, per gli ultimi occupati del territorio, vengono spazzate via con un colpo di spugna, lasciando sempre più aperta la porta della desolazione.

Valentina La Ferrera