Presentata mozione sfiducia a Sindaco Leonforte. E la barca va

Si cunta e si ricunta che uno svogliato capitano di marina ordinasse alla sua ciurma di fare movimento all’appresentarsi periodico dell’ammiraglio, onde indurre l’ammiraglio a pensare che, nonostante le apparenze, qualche cosa sulla barca succedeva. La ciurma obbediente si muoveva a cadenza regolare e chi era sopra passava di sotto, e chi era a poppa passava a prua e chi era a mancina passava a diritta. La barca, staticamente scossa in quel frangente, impressionava a tal punto l’ammiraglio che, nonostante nulla facesse, continuò imperterrita il suo sostare in saecula saeculorum.
A Leonforte così è.
A Leonforte così pare, da quando la mozione di sfiducia al sindaco ha distratto i curiosi della cosa pubblica dai fatti di Palermo. La vecchia frangia del PD, in attesa del restyling regionale, unitamente ai dissidenti ma senza l’opposizione, ha chiesto di passare in rassegna le motivazioni politiche e giuridico-amministrative a pochi mesi dalla scadenza regolare del mandato di Sinatra.
Così è se vi pare, avrebbe detto quello. Fra le tante rimostranze, tutto nobili e tutte degne, c’è pure quella al Premio: “… stravolgere la natura del premio letterario, che seppur apprezzabile come kermesse teatrale, soprattutto per merito della guida artistica, ha perso però del tutto la sua natura. L’attuale conformazione avrebbe dovuto affiancare la vecchia impostazione al fine di renderla più fresca ed effervescente, ma non soppiantarla del tutti”.
Tutti o tutto poco importa, importa invece l’ostinazione al mantenimento di una formula assai criticata, ma molto rimpianta soprattutto dai disinteressati al Premio. Sui social i life coach si sono sperticati a scrivere come avrebbe dovuto essere e cosa si sarebbe dovuto fare e chi avrebbe dovuto, adducendo argomenti degni del miglior curtigghiu 2.0, ora per evitare di perdere tanti pensieri, ci permettiamo di suggerire ai pensanti di resistere.
A primavera Leonforte rinascerà, tenessero duro ancora un poco dunque. Regaleranno queste e le altre loro perle ai nuovi salvatori, che non mancheranno certo di annacarsi i primi tempi.
La campagna elettorale è per tanto cominciata in quel di Tavi: avanti popolo che la democrazia è solo il cambiar capo.

Gabriella Grasso