In Aidone grande è la devozione per la Santa Croce. Nella Chiesa di Sant’Anna si venera un crocifisso in legno di frate Umile da Petralia

Il 14 settembre si celebra l’ esaltazione della Santa Croce. Le origini di questa celebrazione sono antichissime e risalgono infatti al 335, anno in cui Costantino fece costruire a Gerusalemme due basiliche, una sul Golgota e l’altra sul Sepolcro di Cristo Risorto.
La consacrazione delle due basiliche avvenne il 13 settembre dello stesso anno e il giorno successivo, cioè il 14 settembre, il popolo venne invitato a visitarle e, nel contempo, a constatare quello che rimaneva del legno della Croce del Salvatore.
A questo avvenimento si aggiunse più tardi il ricordo della vittoria di Eraclio sui Persiani nel 630, ai quali l’imperatore strappò le reliquie della Croce, riportate solennemente a Gerusalemme. Sin da allora la Chiesa celebra in questo giorno il trionfo della Croce, strumento e segno della salvezza dell’uomo: gli orientali festeggiano la Santa Croce con una solennità paragonabile a quella della Santa Pasqua.
In Aidone grande è la devozione per la Santa Croce. Infatti nella Chiesa di Sant’Anna si venera un crocifisso in legno, opera di frate Umile Pintorno da Petralia, un francescano che visse alcuni anni della sua vita nell’antico convento adiacente alla chiesa,
Il crocifisso, e per l’artistica lavorazione del legno e per le misure del volto e delle mani, pare una copia fedele del crocifisso di Lucca, uguale a quella fatta a Palermo il 15 settembre 1602.
Erroneamente il crocifisso della chiesa di Sant’Anna fu attribuito all’opera di Luca della Robbia o, addirittura, a quella di San Luca. Ma, da lunghe ricerche fatte, si è appurato che esso fu scolpito da frate Umile Pintorno da Petralia.
Questo frate per i suoi crocifissi si ispirò ai principi dei numerosi artisti che nel secolo XV si trasferirono in Sicilia e scolpì i crocifissi di Agrigento, Petralia Soprana, Milazzo, Ferla, Campobello di Licata, Caltagirone, Salemi, Catania, Agira, Naro, Caltagirone, Chiaramonte, Randazzo, Nicosia, Piazza Armerina, Mistretta ed Aidone.
Quindi vastissima l’opera di questo frate scultore, ma matrice unica: un realismo tale da poter quasi percepire il dolore, non fisico, ma spirituale, trasmesso dal corpo dei suoi Cristi morenti.

Frate Umile Pintorno scolpiva chiuso in una cella in totale contemplazione e, nella solitudine, lontano dal mondo, riusciva a trasmettere tutte le impressioni che riceveva nei volti dei suoi crocifissi. E nel crocifisso conservato nella chiesa di Sant’Anna dolore,rassegnazione e gioia di chi non ha sofferto invano si fondono e creano una “forte enfasi espressiva”, caratterizzata dalle tre famosi espressioni: espressione della passione e della morte, a destra di chi guarda; atteggiamento delle labbra al sorriso, a sinistra di chi guarda; rassegnazione e pieno abbandono dalla parte frontale.
Altre caratteristiche di questo meraviglioso crocifisso sono una piaga sulla spalla destra; una spina pungentissima conficcata sul ciglio e alcuni lividi circolari sui polsi e sulle caviglie, segni evidenti lasciati dalle strette funi.
Una leggenda narra che Fra’ Umile, avendo ultimato un crocifisso, non sapesse da quale parte inclinarne il volto, quindi rimandò l’attaccatura della testa al tronco per il giorno successivo, pregando e invocando l’ispirazione divina e il mattino dopo, con sua grande meraviglia , trovò il capo attaccato verso destra.
Gioacchino Di Marzo afferma che frate Umile Pintorno da Petralia scolpiva i suoi crocifissi con forme così perfette da gareggiare con lo stesso Gaggini.


Nino Costanzo

Foto Fotovideopress-Multimedia di Aidone