Piano bonifiche. Agira, Aidone, Assoro, Barrafranca, Nicosia e Pietraperzia cancellati dall’anagrafe dei siti contaminati. Quindi: niente fondi europei

Non hanno mai realizzato le dovute analisi ambientali indispensabili per capire il livello di inquinamento dei terreni e il potenziale pericolo per i cittadini e il territorio. Sono sessanta i comuni siciliani cancellati dall’anagrafe dei siti contaminati e che, quindi, non potranno accedere ai fondi Europei per eliminare il potenziale rischio ambientale.

Trentacinque comuni hanno già ricevuto saputo di essere fuori dal piano bonifiche. Sono Agira, Aidone, Alia, Alimena, Antillo, Assoro, Barrafranca, Calatafimi, Caltavuturo, Camastra, Castelbuono, Linguaglossa, Licodia Eubea, Lentini, Joppolo Giancaxio, Ispica, Geraci Siculo, Grotte, Comitini, Castrofilippo, Casteltermini, Castellammare del Golfo, Castellana Sicula, Marsala, Mascali, Mirto, Montallegro, Nicosia, Palazzolo Acreide, Pietraperzia, Pozzallo, Raffadali e Randazzo.

A tutti i comuni viene contestato il fatto di non essersi occupati di effettuare gli studi per conoscere il Csr, il parametro che indica i livelli di contaminazione dei vari inquinanti: se viene superato il limite imposto dalla legge è necessario procedere alla bonifica del sito ma, senza conoscere il dato, non è possibile sapere con certezza se il sito è contaminato: un elemento fondamentale per essere iscritti all’anagrafe e ottenere i fondi Europei.

Adesso per le amministrazioni comunali scatta la corsa per ottenere il reinserimento all’anagrafe. Bisognerà però realizzare tutti gli studi necessari per verificare l’eventuale stato di contaminazione entro e non oltre settembre 2018. Ma non è detto che i comuni abbiano le risorse economiche per effettuare gli studi.