Da Aidone al Veneto e ritorno. “Tempo Elementare. La mia infanzia ad Aidone” di Pippo Castiglione

Conosciamo tutti l’importanza della storia, quella dei grandi eventi, quella fatta di guerre, di rivoluzioni, di personaggi che, nel bene o nel male, hanno un’influenza nella vita degli stati e dei continenti; più difficilie è che venga studiata la storia minore, quella delle piccole comunità, dei paesi, degli individui, di cui, nel giro di poche generazioni, si perde la memoria. Ben venga allora chi a una di queste piccole comunità regala le sue memorie, permettendo di ricostruire la vita quotidiana di un determinato periodo, anche se piccolo. Dona gioia a chi vi si ritrova per averla vissuto da coetaneo, ma anche ai più giovani che possono rivivere la vita dei loro nonni, misurare le differenze abissali che si sono verificate in poco più di mezzo secolo e rivivere nei luoghi conosciuti altra vita, altri giochi, altre forme.

Tutto ciò ha regalato ad Aidone e agli aidonesi il professore Pippo Castiglione che, partito a dieci anni da Aidone, quando era ancora un bambino, vi è tornato per presentare un delizioso volumetto dal titolo significativo “Tempo Elementare. La mia infanzia ad Aidone”, edito da Dario Sebastiani.

“È stato un ritorno in patria – ha dichiarato l’autore – sono stato accolto benevolmente dagli studenti – ospitali, attenti e interessati – e dagli aidonesi che hanno voluto partecipare alla presentazione del libro in biblioteca. In un’aula dei locali della biblioteca ho frequentato la quinta elementare: sono tornato nel posto da cui sono partito 66 anni fa. Grazie al Sindaco, Enzo La Chiana, all’Assessore, Zagara Palermo, alla Preside ed agli Insegnanti della Scuola Media, alla prof.ssa Franca Chiantia che hanno permesso questo ritorno. A loro  e agli Aidonesi affido “Tempo Elementare” scritto per preservare quanto conservavo nello scrigno della mia infanzia, da cui ho attinto in tutta la mia vita, specialmente nei momenti di maggiore fragilità. In quello scrigno sono custodite le più belle pagine della mia vita, quelle vissute ad Aidone, che ora tutti possono leggere”.

Il libro, in poco meno di cento pagine, ripercorre, con uno stile asciutto e lineare e una scrittura chiara ed immediata, un anno di vita, quello della quarta elementare, agli inizi degli anni cinquanta, e permette all’autore di narrare, attraverso l’esperienza personale, la vita del paese e della sua grande famiglia, l’alternarsi delle stagioni scandite dai ritmi della natura, delle attività agricole, delle feste e della tradizione. Un vera miniera di informazioni per ricostruire le fasi delle attività agricole ma soprattutto dei giochi di strada. In questo panorama si stagliano personaggi di uomini e donne grandi nella loro semplicità e saggezza. Il tutto è visto attraverso l’occhio innocente del bambino non inquinato dalle sovrapposizioni dei ricordi di chi ha continuato a vivere nello stesso posto; il suo non fu, infatti, solo l’allontanamento temporaneo dello studente ma un trasferimento di tutta la famiglia. La sua famiglia andò ad abitare nella vicina Raddusa e la sua vita professionale si è poi svolta in Veneto.

La struttura scelta non è quella tipica dei capitoli ma viene scandita dal succedersi dei mesi con una libertà: si inizia con dicembre e si finisce con novembre quasi a contemplare il ciclo della vita e della morte, proprio della natura ma anche degli uomini. Il titolo “Tempo Elementare” compendia questa visione prospettica ma suggerisce anche altri significati come ben descrive il professore Francesco Aliprandi “Il titolo è bellissimo: tempo Maestro, tempo del maestro; nel quale la vita è scuola e la scuola è vita. Ma anche tempo in nuce, embrionale, in abbozzo; tempo preannunziatore, e perciò angelico premonitore di futuri altri tempi, quando tutto avverrà come il Tempo Elementare aveva previsto, grazie alla sua essenzialità. Tempo degli Elementi costitutivi, fondativi del divenire, che più viviamo, più riconosciamo come nostri e del nostro essere nel mondo. Nella vita si diventa ciò che si è. Il nostro essere, racchiuso “in una noce”, possiede già la forza e la grandezza di un albero, o la debolezza di una foglia”. Il sottotitolo “La mia infanzia ad Aidone”, che riconduce la narrazione entro i confini stretti della cittadina dell’entroterra siciliano, è una prova di coraggio per chi pubblica un libro nel profondo nord, ma è soprattutto una grande prova di amore per Aidone e gli aidonesi.

Franca Ciantia