Citazione a giudizio per funzionario IRSAP di Enna +1, diffamazione aggravata e continuata a mezzo stampa, per avere offeso il Presidente Alfonso Cicero

La Procura della Repubblica di Catania, a seguito delle indagini preliminari, ha disposto la citazione a giudizio a carico di Mario Rinaldi, funzionario IRSAP di Palermo, e di Filippo Modaffari, funzionario dell’IRSAP di Enna, per il reato di diffamazione aggravata e continuata a mezzo stampa, per avere offeso la reputazione di Alfonso Cicero nel periodo in cui ricopriva l’incarico di Presidente dell’IRSAP. Il processo si terrà il prossimo 28 maggio, davanti il Tribunale Penale di Catania, ove Cicero si costituirà parte civile per il risarcimento dei rilevanti ed irreparabili danni morali ed all’immagine subiti. Come emerge dai molteplici capi d’imputazione contestati dalla Procura di Catania, Rinaldi e Modaffari, nel periodo febbraio/giugno giugno 2014, usando vari nikname, pubblicavano svariati commenti a margine di diversi articoli del periodico on line linksicilia.it accusando Cicero di mistificare l’azione di contrasto alla mafia e di avere adottato numerosi atti illeciti nel ruolo di Presidente dell’IRSAP, incitando gli altri dipendenti IRSAP di tutta la Sicilia a scrivere ulteriori commenti ed a denunciarlo all’autorità giudiziaria. Accuse che la Procura di Catania, a conclusione delle indagini, ha valutato offensive della reputazione di Cicero e che, in sintesi, riguardavano i presunti sprechi di denaro pubblico per le consulenze e gli incarichi legali, l’illegittimità della sua nomina e della sua complessiva azione amministrativa svolta da Presidente dell’IRSAP.
“Tra le tante campagne di discredito e delegittimazione organizzate nel tempo a mio danno – dichiara l’ex Presidente dell’IRSAP Alfonso Cicero – ho dovuto subire, nel periodo febbraio-giugno 2014, anche una violentissima campagna mediatica colma di calunnie ed offese, alimentata da taluni funzionari dell’IRSAP che firmavano i loro commenti sugli articoli pubblicati dal giornale on line linksicilia.it usando vari nikname per non farsi riconoscere. A seguito della mia denuncia l’Autorità Giudiziaria è risalita alla loro identità e, adesso, per le gravissime e continuate diffamazioni, che hanno leso profondamente il mio onore e la mia reputazione personale ed istituzionale, Rinaldi e Modaffari risponderanno davanti alla giustizia per il reato di diffamazione aggravata e continuata a mezzo stampa. Negli anni – e sino ad oggi – sono state organizzate sistematicamente, da diversi “colletti bianchi”, imponenti e vergognose campagne mediatiche di discredito e delegittimazione a danno della mia persona a scopo ritorsivo, diffondendo odio, livore ed una miriade di accuse palesemente false sul mio operato quale presidente dell’IRSAP. Nel processo a carico di Rinaldi e Modaffari – conclude Cicero – mi costituirò parte civile per essere risarcito dai rilevanti ed irreparabili danni patiti, tutt’ora in essere, causati dalle numerose e gravissime diffamazioni subite”.