Valguarnera: due associazioni e tre gruppi politici scrivono a Presidente Regione e assessore Razza per la questione Poliambulatorio

poliambulatorioValguarnera. Non c’è tregua per il Poliambulatorio e non ce n’è potrà essere, sino a quando il problema non va nella giusta direzione e cioè la ristrutturazione del “Sebastiano Arena”. L’Asp di Enna dopo quasi due anni tergiversa e a questo punto ben due associazioni e tre gruppi politici scrivono al Presidente della Regione Nello Musumeci e all’Assessore alla Salute Ruggero Razza chiedendo loro un incontro, per renderli edotti della situazione. Il Comitato cittadino, Metup M5S, Insieme per Cambiare, i gruppi consiliari di Forza Italia e de “l’Altra Voce” fanno alle istituzioni regionali un excursus della situazione, dal 16 aprile 2016 ad oggi, accusando l’Asp di non aver ancora mosso foglia sulla ristrutturazione e di non aver reinvestito nella struttura i ricavi di circa 300 mila euro derivanti dalla vendita dei terreni circostanti, di proprietà dell’ex ospedale civico “Seb. Arena”, utilizzati come fondi ordinari nel bilancio dell’Asp. “Nell’Aprile del 2016 –inizia così la nota- al Poliambulatorio di Valguarnera è stata effettuata un’ispezione da parte dei NAS, i quali hanno rilevato alcune problematiche inerente la sicurezza dei luoghi di lavoro ed hanno intimato all’ASP di Enna di provvedere a rimuovere le anomalie rilevate concedendo un tempo di novanta giorni. La Direzione dell’ASP, piuttosto che provvedere a normalizzare le anomalie riscontrate ha deciso di chiudere i locali ed individuare (dopo quattro mesi di inattività dei servizi sanitari per la nostra comunità) nella struttura assistenziale “Boccone del Povero”, i nuovi locali in cui espletare i servizi sanitari, senza compiere alcuna concreta azione di risanamento dell’immobile S. Arena. Da notare che i Nas non hanno mai chiesto di chiudere la struttura ma di adeguarla ed ancora oggi appare inspiegabile la scelta del Direttore Generale. Ma i locali, di proprietà dell’Istituto Boccone del Povero adeguati per struttura assistenziale, non risultano confacenti a svolgere le funzioni di struttura sanitaria. La scelta avrebbe avuto senso se contestualmente la Direzione dell’ASP si sarebbe attivata per effettuare gli interventi di adeguamento dell’immobile S. Arena, invece abbiamo assistito all’inerzia assoluta.” Ed a proposito dell’immobile e dei terreni circostanti donati da Sebastiano Arena, incalzano: “questi avevano una specifica destinazione d’uso vincolata e quindi il frutto dei terreni doveva essere investito nella manutenzione della struttura sanitaria, mentre l’immobile non può essere, per atto notarile, alienato.” I ricorrenti puntano inoltre il dito su un’altra piaga: sul fatto che l’Asp abbia individuato i locali di piazza del Popolo dell’ex Isca per dare continuità ai servizi. “La Direzione Aziendale dell’Asp di Enna- continua la nota- anziché reperire le somme necessarie, per la ristrutturazione ha individuato locali di privati cittadini disponibili ad affittarli per un costo di cinque/seimila euro al mese con un contratto di sei anni. Qualora ciò avvenisse, riteniamo che i soldi pubblici sarebbero investiti male e qualora il contratto di locazione fosse così duraturo, farebbe cadere nel dimenticatoio il progetto di ristrutturazione del “Sebastiano Arena”. Ultimo capito quello sul Boccone del Povero ove attualmente sono allocati i servizi: “Ad oggi si ha il fondato dubbio che l’Istituto Boccone del Povero non intenda prolungare il contratto di affitto per inadempienze da parte dell’Azienda Sanitaria Locale ( mancata voltura dei contatori, ritardi nei pagamenti delle bollette e dell’affitto). Riteniamo che la proroga del contratto d’affitto con le suore, qualora arrivasse e nel rispetto di tutte le norme previste, sembrerebbe la scelta più logica, per consentire la ristrutturazione anche parziale del poliambulatorio “Sebastiano Arena” ed evitare spese di locazione ben più costose degli interventi di manutenzione da effettuare.”

Rino Caltagirone