Enna, picchia figlia quattordicenne, madre allontanata dalla casa familiare

“Enna, picchia figlia minorenne, percuotendola fisicamente, nonché tirandole i capelli, in maniera veemente, controllandole il telefono, in maniera ossessiva, sottoponendo la piccola ad umiliazioni, sofferenze, privazioni, ingenerandole un forte timore per la sua stessa incolumità; i fatti, ricostruiti dai gli investigatori della Polizia di Stato, determinano il Giudice ad emettere nei confronti della madre la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare”

Nella giornata scorsa, gli uomini della Squadra Mobile di Enna – diretti dal Vice Questore Aggiunto dott. Gabriele Presti e coordinati dal Commissario Capo Emanuele Vaccaro -hanno proceduto all’esecuzione dell’Ordinanza di Applicazione di Misura Cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla vittima, emessa dal G.I.P. c/o il Tribunale di Enna, nei confronti di una donna, gravemente indiziata del reato di maltrattamenti in famiglia, aggravato, ex art. 572 c.p. e 61 nr. 11, nei confronti della figlia, minorenne, quattordicenne, convivente.
In particolare, l’allontanamento dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi frequentati dalla donna emanato a carico di P.M.G., scaturisce dal comportamento della donna, la quale, in più occasioni, aveva usato violenza fisica e psicologica nei confronti della figlia, minorenne, minacciando di picchiarla, e percuotendola fisicamente, nonché tirandole i capelli, in maniera veemente, controllandole il telefono, e perfino impedendole di tagliarsi i capelli, sottoponendola ad umiliazioni, sofferenze, privazioni. Il comportamento ossessivo aveva ingenerato nella bambina forte timore per la sua stessa incolumità.
In particolare, gli investigatori della Squadra Mobile, attraverso l’escussione delle persone a conoscenza, in ambito familiare, scolastico e delle conoscenze della minore, ricostruivano il quadro delle vessazioni patite dalla minore, rassegnando le risultanze all’Autorità Giudiziaria.
Gli atti persecutori commessi dalla donna in danno della figlia, determinavano gli organi inquirenti, ed in particolare la Procura della Repubblica di Enna, che coordina le indagini, ritenendo gravi ed attuali le esigenze cautelari, avanzava ed otteneva presso il Giudice per le Indagini preliminari la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna.
Pertanto, gli uomini della Squadra Mobile eseguivano a carico della donna la misura dell’allontanamento dalla casa familiare, del divieto di avvicinamento alla persona offesa, ai luoghi frequentati dalla stessa, in attesa del proseguimento della vicenda processuale penale.