Siccome a Nicosia siamo ancora ben lontani dalle comunali, proviamo, anche in una sorta di “fumo passivo” di respirare aria di campagna elettorale nei Comuni vicini. E il più vicino è Cerami. Paese che vanta origini per giunta dal quartiere Ceramico di Atene (quindi dalla storia di tutto rispetto). Un paesino piccolo ma vivo, accovacciato (anzi “disteso come un vecchio addormentato”) tra Nicosia e Troina (quest’ultima anche in fermento elettorale). L’aria “elettorale”, ovviamente, oggi si respira tramite i “rumors” facebookiani. E, ad un certo punto, mi trovo in una pagina con un tizio su una scala che guarda oltre un muro. E sotto la scritta “Comitato Promotore Lista Civica – Silvestro Chiovetta Sindaco”. Ecco una “folata di vento”. A ben vedere sembra un candidato come tutti gli altri. Eppure una frase colpisce. Anzi, più che una frase, un’espressione. LIBERTA’ DI SPERARE. Non è un sperare. E non è solo libertà. È un’espressione che in questo territorio potrebbe fare scuola. Ormai, lo vediamo ogni giorno, la disperazione è protagonista assoluta delle cronache del collegio nord di Enna. Giovani che vanno via. Comuni sempre più spopolati e vittime di tagli scientificamente studiati dall’alto. Infrastrutture fatiscenti. Sembra quasi che chi di speranza campa disperato muore. Ma qui nessuno campa più di speranza. Ci stiamo arrendendo tutti, costretti dalla società ad arrenderci (i Golia che battono Davide). Ma poi ti trovi che la speranza è un atto di libertà. C’è una pagina Facebook dietro al quale c’è un progetto politico che ti dice “libertà di sperare”. Quindi Spera (non arrenderti). Anzi… spera liberamente… quindi sentiti libero. E la libertà è uno, anzi il primo dei fattori dell’autodeterminazione dell’individuo. Quindi, ancor prima di sperare e di farlo liberamente… sentiti vivo. È un invito a sentirci persona, membro di una comunità e persona fisica con intima moralità e dignità. Quindi ora capisco anche quel tizio (o meglio, è la mia impressione che, come tale può essere smentita). È un tizio che guarda oltre il muro della costrizione e della disperazione. È un tizio che guarda oltre verso l’infinita libertà che lo fanno diventare non un tizio qualunque ma una persona. Un bel messaggio aldilà di qualunque fine politico. Vediamo come andrà a finire. Con il lieto fine o come nella poesia di Montale dove sopra il muro troviamo cocci di vetro pronti a ferirci? Alla Storia l’ultima parola.
Alain Calò