Leonforte: Mussolini e la quota ’90 all’Università Popolare

Leonforte. L’Università Popolare interrogandosi sul decreto che ha concesso all’istituto superiore di Leonforte di affiancare due nomi, Enrico Medi-Nunzio Vaccalluzzo, ha ricordato la scuola di una volta. Elementari con esami finali e superiori/ginnasio, con pre-esame di accesso. Opportunità economiche e estrazione sociale incidevano sul percorso di studi dei leonfortesi e molti preferivano l’avviamento professionale, che comportava un immediato sbocco lavorativo e un impegno scolastico contenuto e nell’acquisto dei libri e nel dispendio di ore da dedicare alla cultura. La riflessione sulla buona scuola renziana, che fra tagli e aggiustamenti, ha trasformato la scuola in azienda ha naturalmente spostato il ragionamento sul piano politico, locale e nazionale. Il professore Nigrelli sulla provocazione di Grillo, fare un referendum per l’uscita dall’euro, ha approfondito l’analisi sulla moneta e le dinamiche che reggono i mercati mondiali. Raccontando di scambi penalizzanti per la lira italiana e della quota ’90 di Mussolini.
Con la quota 90 Mussolini voleva rivalutare la Lira per meglio competere nel mercato europeo. La manovra liberista del regime, comprimendo i salari e i diritti dei lavoratori, finì col danneggi le classi subalterne a avvantaggiare la finanza internazionale. Niente di nuovo cioè, ieri come oggi.

Gabriella Grasso