L’importanza del patrimonio culturale nell’informazione e la tutela dell’identità territoriale quindi al centro degli interessi di una fetta di giornalisti che ha cuore i Beni culturali.
Al tavolo dei docenti/relatori: Giuseppe Martorana, giornalista; Maria Rosaria Bonanno, storico dell’arte; Enrico Caruso, già direttore del Museo regionale di Aidone; Paolo Battaglia La Terra Borgese, critico d’arte; Cataldo Salerno, presidente della Università Kore di Enna; Carlo Alberto Tregua, direttore del Quotidiano di Sicilia.
Tuttavia alla vigilia dell’evento, poche ore prima della partenza, il prof Malcolm Bell non si è sottratto a delle brevi osservazioni sulla statua. Nella grande statua, dice il prof Bell, Aidone possiede una delle opere greche più belle e significative dell’Italia, degna di essere esposta in qualsiasi museo. Nell’antichità, le statue di culto -cioè, le immagini degli dei venerate all’interno dei templi antichi- erano giudicate le opere più importanti di tutte, come ci fanno ricordare lo Zeus di Olimpia o l’Atena del Partenone, tutte e due della mano di Fídia. Le statue di culto sono oggi di una straordinaria rarità, quasi tutte andate distrutte dal tempo o dal pregiudizio religioso. Quando parliamo della dea di Morgantina, non è inadatto citare il nome di Fídia, il più grande scultore dell’epoca greca, perché è ben possibile che l’artista della dea fosse uno allievo del grande ateniese, che avesse lavorato egli stesso sul Partenone ed avesse imparato direttamente dalle sculture esposte sull’acropoli di Atene nell’ultimo quarto del quinto secolo a. C. Il rapporto con Fídia e con la sua scuola è dimostrato dalla suprema maestria del nostro scultore nella realizzazione delle diverse qualità della stoffa dei ricchi vestiti, che soffiati dal vento rivelano nella loro trasparenza il corpo sotto, o raggiungono anche una straordinaria materialità nei vestiti più pesanti e resistenti all’aria.
Ed ora che il Museo di Aidone, dice ancora il prof. Bell, contiene opere che tutti devono vedere ed imparare ad amare, si deve anche riconoscere che Morgantina era la loro vera casa nell’antichità, e che il bellissimo sito della città è in effetti l’altra metà della duplice esperienza del passato che oggi offre Aidone. La naturale consequenza di una tale dichiarazione è che il sito ed il Museo sono in effetti due aspetti della stessa cosa, e che nella loro unicità rappresentano un tesoro da apprezzare e mantenere secondo le più alte e corrette procedure e metodi.
Purtroppo oggi, dice infine il prof. Malcolm Bell, il sito non offre ai visitatori, alle scolaresche ed agli stranieri, un esempio della buona manutenzione di cui è pienamente degno. È la mia fervente speranza che con il vostro aiuto, e con una voce alta e unanime, possiamo tutti convincere le Autorità a fare molto di meglio. La grande Dea ed il bellissimo sito lo meritano.
Nino Costanzo