Habemus sindaco a Leonforte. Viva il Bene Comune

La redazione di Vivienna ha seguito le amministrative leonfortesi fin da principio. Principiò Francesco Rubino che si disse candidabile, ma non si candidò per il bene comune. Proseguirono in ordine sparso: Francesco Sinatra, che accogliendo il nemico delle precedenti amministrative si ripropose per il Bene Comune. Seguitò Nino Di Naso, che abbracciò gli epurati per un progetto innovativo mirante al Bene Comune. Uomini di sinistra che non vollero o non ebbero il simbolo del PD, preferirono lasciarlo ai vincenti di Troina e Assoro, il troppo avrebbe certamente stroppiato. Venne poi la destra di Carmelo Barbera, che sopravvissuto ai molti possibili, si disse meloniano aperto ai fratelli affini benchè disgiunti, mosso solo dal desiderio del Bene Comune. E in ultimo i 5 Stelle. Dopo le regionali, il paese si era abituato a tal Parisi Angelo: preparato, altero, coerente e simbolo munito. Galeotto però gli fu quel tweet. La mala parola, che del Vaffa di Grillo aveva fatto una cosmogonia, era diventata impronunciabile. Del duo Salvini/Di Maio, il primo è cacofonico il secondo è parrinesco perciò… Parisi si scostò e spuntò Rosalba D’accorso. Chi? Il paese si domandò per i primi tempi. Poi ricostruì parentato e amicizie e comprese e comprendendo accettò con la speranza del Bene Comune. Comizi, incontri, passeggiate negli angoli più sperduti a rischio della propria incolumità, i locali accoglievano certo, ma con qualche improperio e qualche gastima. Accuse e recriminazioni hanno scandito gli ultimi giorni della propaganda, tutto in nome di verità e del bene Comune. Il paese in questi mesi ha goduto di una vivacità mai vista, scandita da cafè chiarificatori e spesso riparatori. Ora però “spiddì”. Carmelo Barbera ha vinto e nessuno ha perso. Tutti i candidati si sono detti soddisfatti e contenti del risultato ottenuto anche quando risultato non c’è stato, ma va bene così. Leonforte ora, o a breve anzi a brevissimo, rinascerà. Diventeremo la perla dell’ennese e tutte le intelligenze in fuga verranno a stare da noi, nel centro storico recuperato e adornato della trionfante Porta Garibaldi. Ogni uscio avrà un birillo avanzato dall’arredo di Piazza Margherita a monito o a orpello e l’opposizione non avendo nulla a cui opporsi tacerà perché tutti, nessuno escluso, faranno il Bene Comune. Ne siamo certi.

Gabriella Grasso