Troina, il concerto “…Ti racconto l’aurora” tra i ruderi del cenobio San Michele il Nuovo aspettando l’aurora

Troina. Viene da pensare che i monaci basiliani, mentre si apprestavano a recitare le lodi mattutine, avrebbero gradito il concerto nell’ora in cui l’oscurità della notte cede il posto ai bagliori delle prime luci del giorno sull’erba del prato dietro i ruderi di quello che fino all’inizio del ‘900 era ancora il maestoso cenobio di San Michele il Nuovo. Ma quando ancora c’erano i monaci basiliani a nessuno era saltata in testa l’idea di un concerto. Idea, invece, che è venuta in mente a quelli dell’associazione culturale “Arcadia” 160 anni dopo la soppressione dell’ordine basiliano, la scomparsa dei monaci basiliani e la confisca del cenobio da parte dello stato italiano che la dinastia dei Savoia avevano creato qualche anno prima, nel 1861. Visto l’insolito orario in cui si è svolto, il concerto non poteva avere titolo più appropriato che quello che gli organizzatori gli hanno dato “…Ti racconto l’aurora”.

Gli organizzatori dell’evento, Danilo Testa e Luigi Casabona, ci tengono a precisare che l’hanno organizzato con i soldi della loro associazione. Nella notte tra sabato e domenica, seduti sull’erba e avvolti in coperte e plaid per proteggersi dal fresco pungente dell’agosto troinese e con lo sguardo rivolto verso l’imponente mole dell’Etna per scrutare il sole che sorge dalle tenebre della notte, circa 150 spettatori hanno ascoltato musiche tratte da “Migrando” di Luigi Casabona e versioni pianistiche di musiche di Zimmer, Morricone, Ed Sheeran, Einaudi, Yruma e Yann Tiersen. Al pianoforte c’era Luigi Casabona. Rosy Piscitello, con le note del suo flauto, ha raccontato in musica la storia di Tristano e Isotta. Vittoria Casabona ha cantato Nuvole Bianche di Einaudi in versione salentina. Tra gli spettatori, oltre a troinesi, c’era anche gente venuta a posta a Troina da Randazzo, Valguarnera, Cerami, Gagliano e Catania per ascoltare il concerto di musiche che raccontano storie d’amore, di desideri, di mondi fantastici e di stelle. A sentire quelli di Arcadia non si sfugge alla sensazione che ad ispirargli quest’evento ci siano delle componenti esoteriche. Ci dicono di aver studiato accuratamente la posizione astronomica e delle stelle e la posizione del pianoforte. E’ questo fa pensare che non l’abbiano fatto solo per ragioni acustiche.

Rafforza quella sensazione anche il richiamo esplicito a quell’antica tradizione indiana che vede nell’aurora, che precede l’alba, il momento nel quale “l’uomo può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, buio e luce, il falso e il vero, sono due aspetti della stessa cosa”. Luigi Casabona ci ha detto che, essendo seduto al pianoforte, davanti agli spettatori, è stato il primo a vedere il sole che si levava all’orizzonte ed ha provato una fortissima emozione, “quasi paura di tanta bellezza”. Ha visto la gente era emozionata e commossa, ma non è riuscito a spiegarsi “il perché di tutta quella meraviglia”. Dopo la fine del concerto, quando già il sole si era levato dall’orizzonte, gli organizzatori hanno offerto la colazione agli spettatori meravigliati e soddisfatti di quell’esperienza di arte, cultura e natura, ma anche un po’ infreddoliti.

Silvano Privitera