Enna: continua a perseguitare dipendenti concessionarie autoveicoli, spacciandosi per un pericoloso mafioso. Elude recente misura di dimora a Enna, arrestato a Caltanissetta, dove aveva aggredito i dipendenti di un’azienda

Nella mattinata di ieri la Polizia di Stato ha tratto in arresto Mirko Giuseppe Pappalardo, classe 1976, ennese, già noto alle forze dell’ordine per reati analoghi, a seguito del provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. di Enna su richiesta della Procura della Repubblica di Enna, poiché resosi responsabile di atti persecutori, con svariate aggravanti, nei confronti di un supervisore di una nota azienda automobilistica.
In particolare, l’uomo avrebbe perseguitato non solo la vittima ma anche i suoi familiari nonché i suoi colleghi e gli altri membri di una nota rete di concessionarie di veicoli, che vanta numerosi punti vendita, officine ed aziende collegate in diverse provincie siciliane. Tutto scaturito da una diatriba contrattuale sul noleggio di un auto, che si sarebbe trasformata ben presto in un incubo per il dipendente della ditta.
Infatti, spacciandosi per un pericoloso esponente mafioso, lo stalker si sarebbe più volte presentato sui luoghi di lavoro della vittima, in più sedi della regione, e anche su quelli frequentati dai familiari, con al seguito dei cani di grossa taglia, in particolare due minacciosi doberman, verosimilmente affinché le minacce fossero colorite da un effetto più scenico. Frasi come «ti faccio fare fuori con la lupara bianca», «ti faccio scogliere nell’acido», «tu non sai contro chi ti sei messo!», «Non ho paura di sbirri e carabinieri!», «io in carcere ci sono già stato!» venivano ripetute frequentemente anche più volte al giorno, telefonicamente o dal vivo. A volte, nelle concessionarie dove il PAPPALARDO non era conosciuto, lo stesso si presentava come un top manager dell’azienda, minacciando i malcapitati di un immediato licenziamento. Già in passato, tra l’altro, il predetto si era recato presso la concessionaria di Caltanissetta, dove oggi è stato arrestato, costringendo ad intervenire gli uomini della Squadra Volante Nissena.
La vittima e i propri familiari, nonché i colleghi dello stesso, vivevano ormai da circa due mesi in un profondo stato d’ansia. L’uomo era ormai afflitto da una situazione asfissiante, poiché lo stalker trascorreva intere giornate perseguitandolo con continue minacce e atti intimidatori. Si decideva, pertanto, a sporgere denuncia presso la Squadra Mobile e la Procura della Repubblica di Enna.
In tempi brevissimi, circa dieci giorni fa, a tentare di morigerare la condotta del PAPPALARDO, giungeva il provvedimento del G.I.P. di Enna emesso su richiesta della locale Procura, della misura cautelare del divieto di dimora a Enna, ordinanza che i poliziotti, dopo aver rintracciato il PAPPALARDO, eseguivano, diffidandolo ad allontanarsi dalla città erea.
Il PAPPALARDO però, non pago della grave misure cautelare inflittagli, era ritornato in Enna e nottetempo era stato persino notato dalla persona offesa, che aveva immediatamente avvisato i poliziotti della locale Squadra Mobile.
A questo punto il G.I.P., ancora una volta investito dalla Procura della Repubblica di Enna, a seguito anche delle immediate indagini curate dalla Polizia di Stato, emetteva una nuova ordinanza per la più grave misura cautelare degli arresti domiciliari.
Nonostante le serrate ricerche, il PAPPALARDO Mirko Giuseppe purtroppo faceva perdere le proprie tracce. Lo stalker, tuttavia, ricompariva ancora una volta negli Uffici della concessionaria di Caltanissetta, dove intercettava ed aggrediva la vittima, che in quel momento si trovava in quella sede aziendale. Solo grazie al fulmineo e tempestivo intervento degli operatori delle volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Caltanissetta veniva scongiurato il peggio; la vittima veniva soccorsa mentre il PAPPALARDO veniva bloccato e successivamente arrestato, con la collaborazione degli uomini della Squadra Mobile della Questura di Enna, in esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Le indagini sono state condotte brillantemente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, nella persona del Dott. Francesco Lo Gerfo.