Leonforte – Operazione ‘L’Anno del Gallo’ 4 arresti per droga tra Catania e Enna – foto video

Leonforte (Enna), Catania – Operazione «L’Anno del Gallo », droga fra la città di Catania e la provincia di Enna; riconosciuta l’appartenenza ad un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti a diversi indagati; arrestati dalla Polizia di Stato complessivamente 4 soggetti, in esito alla vicenda del giudizio cautelare.

La Polizia di Stato, nei giorni scorsi, ha eseguito quattro misure cautelari a carico di altrettanti soggetti, arrestati a Catania e Leonforte, in esecuzione del provvedimento del P.M. titolare dell’indagine presso la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta – in esito all’epilogo della vicenda cautelare di alcuni fra gli indagati dell’operazione “L’Anno del Gallo” dell’aprile scorso; in particolare:

Misura cautelare della custodia cautelare in carcere:
1) BALSAMO Francesco, classe 1970, residente Catania;
2) PIZZUTO Enrico, classe 1975, residente a Leonforte;
Misura cautelare della sottoposizione agli arresti domiciliari:
3) CONTI Corrado, classe 1988;
4) BANNÒ Giuseppe, classe 1990.
Tutti già indagati, a vario titolo:
A) In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 73 D.P.R. 309/90 con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, senza l’autorizzazione di cui all’art. 17 D.P.R. 309/90, acquistavano, ricevevano, illecitamente detenevano e cedevano a terzi tra cui il sostanze stupefacenti di tipo cocaina e marijuana di cui alle tabelle I e II, prevista dall’art. 14 del menzionato D.P.R..
Fatti commessi in Catania e Leonforte nell’anno 2016.

BALSAMO Francesco

PIZZUTO Enrico


CONTI Corrado

BANNO’ Giuseppe






































BANNÒ Giuseppe, CONTI Corrado, PIZZUTO Enrico
A vario titolo, indagati:
B) del delitto p. e p. dall’art. 74 comma I, II, e III, D.P.R. 9 ottobre 1990, nr. 309, per essersi associati tra loro, allo scopo di commettere più delitti di cui all’art. 73 stessa legge, consistenti nell’acquistare, ricevere, illecitamente detenere, vendere, offrire, mettere in vendita, cedere, distribuire, trasportare, procurare ad altri, consegnare sostanze stupefacenti di tipo cocaina e marijuana di cui alle tabelle I e II, previste dall’art. 14 del menzionato d.p.r..
Fatti commessi in Catania e Leonforte nell’anno 2016.
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I Fatti
L’articolata e complessa attività investigativa svolta alacremente e con costanza dagli uomini della Sezione “Antidroga e Contrasto al Crimine Diffuso” della Squadra Mobile di Enna e della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di P.S. di Leonforte aveva consentito di accertare l’esistenza di una ramificata ed attiva rete di soggetti dediti al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, che operava nei comuni di Leonforte (EN) e Catania.
L’indagine traeva origine da quanto emerso in un diverso procedimento penale, dal quale si apprendeva che uno dei soggetti indagati si riforniva frequentemente di sostanza stupefacente, da noti spacciatori, soggetti fra l’altro, già indagati nell’operazione convenzionalmente denominata “L’Anno del Drago”.
In particolare, nell’indagine “L’Anno del Gallo” si riusciva a documentare l’esistenza di un gruppo criminale, gestito ed organizzato da PIZZUTO Enrico che, avvalendosi della collaborazione di alcuni pusher locali, riusciva sia ad approvvigionarsi di marijuana e cocaina presso alcuni fornitori etnei che a curarne la successiva immissione sul mercato locale.
L’attività di indagine di intercettazione telefonica ed ambientale, supportata anche dai classici metodi investigativi (attività di appostamento e pedinamento), consentiva di dimostrare che il PIZZUTO Enrico si occupava dell’approvvigionamento della droga, curandone poi anche la distribuzione tra i vari pusher per la conseguente vendita al dettaglio. Le indagini permettevano, infatti, di acclarare l’esistenza di un rapporto di collaborazione criminale tra il PIZZUTO ed una fitta e consolidata rete di altri spacciatori, quali BANNÒ Giuseppe e CONTI Corrado, quest’ultimi dediti, soprattutto, al confezionamento ed allo spaccio dello stupefacente, nonché il secondo anche per gli approvvigionamenti.
Per il rifornimento della cocaina e della marijuana, PIZZUTO Enrico si rivolgeva prevalentemente a diversi “fornitori” ed in particolare al catanese BALSAMO Francesco, soggetto già condannato nell’ambito dell’operazione denominata “NickName”.
L’attività di riscontro operata sul territorio, consentiva sia di cristallizzare e documentare la complessa e articolata attività criminosa, sia di accertare molteplici cessioni di stupefacente verso gli acquirenti, molti dei quali noti come consumatori abituali di droghe.
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https://youtu.be/1owhcPmQCoc
All’esito dell’attività investigativa il P.M. titolare dell’indagine avanzava richiesta di misura cautelare al G.I.P., il quale – valutata ogni singola posizione in funzione sia dei gravi fatti indiziari che degli specifici pregiudizi giudiziari di ogni singolo indagato – emetteva misura cautelare nei confronti dei predetti soggetti, non accogliendo però in toto le richieste avanzate dal P.M..
Nell’aprile scorso gli indagati dell’operazione “L’Anno del Gallo” destinatari dell’Ordinanza di custodia cautelare venivano catturati dai poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Leonforte, nel corso di una complessa operazione che vedeva anche l’esecuzione di altre misure cautelari di minore entità.
Successivamente all’esecuzione dell’Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, il P.M. titolare del procedimento proponeva appello circa il non riconoscimento del G.I.P. in ordine alla sussistenza del vincolo associativo di cui all’art. 74 del D.P.R. 309/90, per gli indagati BANNÒ Giuseppe; CONTI Corrado e PIZZUTO Enrico.
L’appello presentato dal P.M. veniva accolto dal Tribunale del Riesame di Caltanissetta che, riconoscendo la sussistenza del vincolo associativo di cui all’art. 74 del D.P.R. 309/90, nonché anche quella in relazione alle singole ipotesi di cui all’art. 73 del D.P.R. 309/90, anche in concorso, applicava agli indagati una misura cautelare più grave rispetto a quella a cui erano già stati sottoposti nel corso della prima fase dell’indagine o di cui non erano mai stati destinatari. Conseguentemente all’emissione del dispositivo, i precitati indagati proponevano, a loro volta, ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, la quale lo respingeva, rendendo esecutivo il provvedimento del Tribunale del Riesame di Caltanissetta.
Per tali motivazioni, personale della 4^ Sezione “Antidroga e Contrasto al Crimine diffuso” della Squadra Mobile e della Squadra di P.G. del Commissariato di P.S. di Leonforte, dava esecuzione alla decisione del Tribunale del Riesame, arrestando i destinatari della misura cautelare custodiale, i quali, dopo gli adempimenti di rito, venivano associati alle Case circondariali dell’Isola o collocati agli arresti domiciliari – come sopra rispettivamente riportato – come disposto dall’Autorità Giudiziaria procedente, la Procura della Repubblica Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Caltanissetta, che ha coordinato brillantemente le indagini.