Abbiamo incontrato un signore distinto, abitante della cittadina di Gagliano Castelferrato, il quale ci ha raccontato una storia che merita tanto rispetto. Questo signore ha un figlio colmo di tante speranze. Figlio del Sud e di questo entroterra Siciliano che sogna e vede l’Eldorado nel Nord. Si sposa. Emigra.
E siccome, purtroppo, la realtà difficilmente ci fa apporre quel fiabesco “e vissero per sempre felici e contenti”, un giorno questo ragazzo diventa uno di quei tanti, sfortunatamente innumerevoli, martiri del lavoro. È difficile, ovviamente, comprendere il dramma familiare vissuto, pensando che come sempre lo Stato è assente e di questi episodi ogni tanto si ricorda qualche sciacallo per chiedere voti e strumentalizzare la cosa. La beffa. Ma non è questo il motivo che ci spinge a scrivere (magari lo approfondiremo in un altro).
Interessa quel legame tra i vivi e i morti: la tomba e il cimitero. Immaginate questo padre, immaginate questa madre, ma immaginate anche la moglie che ha perso il marito, il fratello che ha perso la giovane sorella, il figlio che ha perso la madre e il padre. Comprendete bene che ognuno ha bisogno, chi più chi meno, di ritrovare questo legame con chi non c’è più.
Nulla è valsa una protesta anche scritta. In quei giorni, a Gagliano, così ci è stato riportato da questo signore con le lacrime che gli uscivano dagli occhi, la sepoltura è rimasta illacrimata. Stupisce una cosa in tutto ciò: sentendo queste persone che hanno già subito tante ingiustizie nella vita, nulla importa di ciò a cui diamo peso tra cui la presenza del conforto dello Stato o di un cimitero che, se vedete le foto, non risulta certo l’apoteosi della cura, e della giustizia. “Quale giustizia? – dicono – potrà riportare indietro dalla morte?”. A loro importa prima di tutto poter stare accanto, come quella madre foscoliana, al proprio defunto, per tenere ancora viva quel legame, perché anche morendo in terra straniera, “l’ossa mia rendete allor al petto della madre mesta”. E ciò, si vuole sperare, non sia questione di politica o di moneta. Perché, altrimenti, vien da pensare che i veri morti possono anche camminare e dire “ma tanto chi va a Natale al cimitero?”.
Alain Calò