Barrafranca – Pietraperzia. Omicidio avvocato Bonanno: ancora niente di concreto

Dell’omicidio dell’avvocato penalista Antonio Giuseppe Bonanno , avvenuto il 28 settembre del 2016 , alla periferia di Barrafranca, con alcuni colpi di pistola calibro 9. Le indagini segnano il passo. Il delitto potrebbe essere stato “commesso nel quadro dell’inquietante risveglio criminale nel territorio tra Barrafranca e Pietraperzia, comuni di antica tradizione agricola dell’ennese ma anche di sottofondi mafiosi. È una delle ipotesi avanzate su questo omicidio. A scriverlo è l’avvocatessa Nadia Turella di Roma, che ha raccontato la storia dell’avvocato barrese nell’ultimo capitolo del libro “Tributo di Toga – Le vittime dell’avvocatura 1948-2018”, di cui è l’autrice . Il libro contiene le storie di trentuno avvocati uccisi barbaramente per aver svolto il proprio dovere. All’avvocato Turella è stata assegnata la storia dell’avvocato Bonanno. Per questo si è messa in contatto con la famiglia e in particolare con la vedova del legale, la signora Giovanna Siciliano. “Negli ultimi anni – si legge nel libro – sembra essersi interrotta la tregua mafiosa che per lungo tempo ha garantito sonni tranquilli, dopo una faida che negli anni ’80 e ’90 falcidiò molte famiglie. (…) L’avvocato Bonanno non si occupava di processi di mafia, ma per le modalità del delitto, che lasciano pochi dubbi sullo stampo mafioso dell’agguato, le indagini venivano passate per competenza alla Dda di Caltanissetta”.
Il testo parla, inoltre, delle grandi manifestazioni di stima e di affetto che, “sin dal 3 ottobre 2016, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Enna, in riunione straordinaria, ha tributato al suo caduto, deliberando la seduta permanente in segno di lutto per la brutale uccisione e di solidarietà e vicinanza alla famiglia”. Si ricorda la toga “distesa sulla bara” durante i funerali e il “corteo di colleghi” presenti, con la banda musicale e il sindaco con lo stendardo del Comune, a ricordare anche il fatto che l’avvocato Bonanno era stato anche assessore. Gli interventi dei figli, nel giorno delle esequie e anche dopo. “Ciao papà, eri un uomo forte coraggioso, un avvocato brillante, non preoccuparti, mi prenderò cura io della mamma e della nostra famiglia”, ha detto il figlio Ignazio. “Diventerò un avvocato, lo farò per te – ha fatto eco la figlia Alessandra – Sono fiera di aver avuto un papà come te, una persona da amare e da rispettare. Sono sicura che mi stai guardando da lassù. Sono rimasta in piedi e sarò una guerriera, lo farò per te”. “Mi sono emozionata soprattutto quando ho potuto parlare telefonicamente con la signora Giovanna – disse l’autrice – ho conosciuto delle bravissime persone e mi dispiace che nel suo paese il collega non venga ricordato. Mi dispiace che non venga realizzato un evento che lo ricordi. Lui non ha più la voce per parlare ma noi possiamo fare molto. Scrivere una biografia o un articolo, o realizzare qualcosa che porti per sempre il suo nome nel suo paese”.
La pubblicazione del libro rientra in un’iniziativa editoriale promossa dal Segretario dell’Ordine forense di Roma Pietro Di Tosto, nell’ambito del Progetto Biblioteca Storica e del Progetto Cultura e Spettacolo, coordinato dai consiglieri dell’ordine Angelica Addessi e Aldo Minghelli. Tutti i proventi derivanti dalla vendita saranno destinati alla promozione del progetto di educazione alla legalità denominato “Carcere, se lo conosci lo eviti”, ideato dalla Cooperativa sociale Infocarcere per la prevenzione del fenomeno del bullismo tra i giovani e nelle scuole.