Piazza Armerina. Allagò, incendiò l’abitazione dell’ex, le autovetture della zia e del fidanzato, fu arrestato per stalking: assolto per non avere commesso il fatto

Enna. Il Giudice dott. Marco Lorenza Minnella ha assolto per non avere commesso il fatto per alcuni reati e per altri perchè il fatto non sussiste Concetto Mantellina di Piazza Armerina, difeso dall’avv. Sinuhe Curcuraci, che come ha dimostrato sin da subito – con tantissime testimonianze – l’infondatezza di tutte le accuse.

Di seguito quanto pubblicato in data 26 novembre 2011:

Piazza Armerina. Arrestato un pregiudicato armerino, Concetto Mantellina, nato nel 1970 – con precedenti penali – poiché gravemente indiziato dei reati di stalking, danneggiamento a mezzo incendio, violazione di domicilio e danneggiamento nei confronti della ex convivente, per avere – con più azioni – posto in essere delle ripetute condotte illecite, minacciando e molestando la donna, cagionandole un perdurante e grave stato di ansia e di paura, ingenerandole altresì il fondato timore per la propria incolumità e per quella dei propri cari, giungendo persino a minacciarla di morte. Altresì, lo stesso viene ritenuto responsabile dell’incendio di una parte dell’abitazione della donna, nonché di aver provocato, in un’altra occasione, l’allagamento di parte della stessa. Inoltre, lo stesso è indagato per il reato di danneggiamento a mezzo incendio delle autovetture, del nuovo fidanzato della donna, nonché della zia di quest’ultima.
I fatti-reato ascrivibili a Concetto Mantellina, mettevano in evidenza la pericolosa escalation criminale che stava assumendo, per le reiterate condotte delittuose consumate nell’ultimo anno, in danno della ex convivente e dei suoi cari.
In particolare, la donna, lo scorso agosto, subiva delle lesioni, precisando che con lo stesso aveva avuto una relazione sentimentale, e di convivenza. La donna, altresì, già l’anno scorso, era stata picchiata per futili motivi dall’uomo.
Assunta la donna la decisione di troncare la relazione, a causa del carattere instabile ed irascibile del Mantellina, il pregiudicato iniziava a seguirla ovunque, tempestandola di telefonate, allo scopo di riprendere ad ogni costo la relazione
La donna, avendo intrapreso una nuova relazione, veniva fatta oggetto, di una serie di condotte persecutorie, quali telefonate contenenti minacce, aggressioni, richieste insistenti di incontri, sfociati anche in aggressioni verso il nuovo compagno di lei, talvolta anche con oggetti atti ad offendere
La condotta persecutoria del Mantellina, negli ultimi tempi, degenerava in una escalation di azioni delittuose sempre più plateali e pericolose, tanto che la povera donna aveva ormai paura di spostarsi per assolvere le occupazioni giornaliere, per raggiungere il posto di lavoro e soprattutto di rimanere a casa da sola.
Infatti, a casa della donna, lo scorso agosto divampava un incendio, che distruggeva alcune stanze dell’abitazione. Nella medesima abitazione, alcune settimane dopo, veniva provocato l’allagamento della caldaia. Inoltre lo stesso iniziava a minacciarla con frasi dal tenore macabro, annunciando la sua prossima morte, ed esternando la sua mancanza di paura al riguardo, a costo di “farsi trenta anni di galera”.
L’escalation di violenza del Mantellina, culminava con due recenti episodi di danneggiamento a mezzo incendio, nei confronti della zia della donna, nonché del nuovo compagno della perseguitati. I due, infatti, venivano ritenuti responsabili dal pregiudicato, l’una, ovvero la zia, di essersi intromessa nella vicenda della loro separazione, e l’altro, poiché aveva instaurato una relazione con lei, che lui riteneva essere una cosa sua, a tutti i costi.