Anziano di Troina vuole andare in Portogallo a godersi la pensione

Cosa avrebbe sostenuto il giornalista portoghese Pereira, protagonista del romanzo “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, se avesse sentito l’anziano operaio troinese in pensione che, facendo quattro chiacchere con altri tre suoi compaesani nell’officina di un gommista che sta sostituendo le gomme antineve con quelle normali dello loro auto, confida ai suoi interlocutori di essere intenzionato a trasferirsi in Portogallo? Avrebbe sostenuto che la cosa non ha poi dell’incredibile. Troina non è solo un paese da dove vanno via i giovani in cerca di lavoro. Ora anche gli anziani pensano, per altri motivi, di andarsene in paesi dove il costo della vita non è alto e tasse non se ne pagano. “Non scriva il mio nome sul giornale, se le dovesse venire in mente l’idea di fare un articolo sul giornale”, ci ha chiesto quest’operaio troinese in pensione che vuole andarsene in Portogallo, senza che però non si sappia in giro. Questo pensionato, che vuole mantenere l’anonimato, appartiene a quella sorta di aristocrazia operaia che, avendo avuto la fortuna di lavorare di quelle grandi imprese edili che versano regolarmente all’Inps i contributi previdenziali, gode di buone pensioni.

“Ho una pensione di 1530 euro al mese con la quale viviamo io e mia moglie”, ci ha detto questo pensionato troinese. Ha un solo figlio, già grande e sposato, che da molto tempo si è trasferito in un’altra città dove vive e lavora. Una città molta lontana da Troina. “Mi sono informato di quanto è il costo della vita in cittadina vicino a Lisbona, che è molto più di quello di Troina: 1 chilo di masculini, che qui si compra a 8 e 10 euro, in quella cittadina portoghese si compra a 3 euro e si può avere in affitto un piccolo appartamento ammobiliato di 90-100 metri quadrati a un canone da 150 a 200 euro al mese”. Ma non è solo questo il motivo per cui vuole andarsene in Portogallo. Ci sono anche, e soprattutto, i vantaggi fiscali che il Portogallo concede ai pensionati di altri paesi europei che ci vanno ad abitare. Chi prende la residenza fiscale non abituale per 10 anni in Portogallo, e ci vive per più di 183 l’anno, non paga alcuna imposta sulla sua pensione allo Stato portoghese. E non paga nessuna imposta neppure allo Sato italiano. E tutto questo in virtù della convenzione stipulata dai due Stati nel 1980, che prevede l’abolizione della doppia tassazione e riconosce ai cittadini che si trasferiscono la facoltà di scegliere se pagare le imposte e tasse nel paese di provenienza o nel paese di arrivo. Naturalmente la scelta cade sula paese dove si pagano di meno o non si pagano affatto le tasse. “Mi sono fatto i conti, andandomene a vivere con mia moglie in Portogallo, e ci guadagno il 30 per cento in più di quanto prendo di pensione restando a Troina, vale a dire 459 euro in più al mese”, ci ha spiegato, numeri alla mano, il pensionato troinese.

Silvano Privitera