Piazza Armerina. Anna Zagara, consigliere comunale: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”

Piazza Armerina. La consigliera comunale Anna Zagara ritorna a parlare di “conti” del Comune, qui di seguito un ultimo suo intervento:
“Prima della decisione del consiglio comunale sul ricorso alla procedura di riequilibrio, sulla crisi finanziaria del nostro comune, mi sembrano doverose alcune considerazioni nella qualità di consigliere comunale. Ho già dichiarato durante il Consiglio Comunale del 8 Maggio c.a. che, la deliberazione della corte dei conti n. 109 del 19/12/2018 trasmessa il 7/05/2019, risulta essere la diretta conseguenza delle irregolarità segnalate dall’attuale responsabile finanziario nella relazione di inizio mandato del sindaco Cammarata. La corte dei conti sottolinea la particolare gravità dell’assenza di riscontro nei dieci punti rilevati, e conclude che l’amministrazione non li “contesta”, ma soprattutto “non risulta tuttavia aver adottato alcuna misura correttiva”, rendendo necessaria l’adozione di idonee misure correttive da adottare entro 60 gg. dalla comunicazione della deliberazione n. 109/2019. A seguito di ciò, cioè del nulla, la Corte dei Conti interviene con “Ordinanza n. 110/2019/CONTR. del 14/05/2019”, convocando per il 21/05/2019, il comune di Piazza Armerina per la mancata approvazione del bilancio 2018, pur in presenza di commissariamento ad acta, la quale il 22/05/2019, diffida il responsabile finanziario a predisporre gli atti per il bilancio 2018/2020 o gli atti consequenziali, entro quindici giorni. Per tale motivo, il responsabile finanziario, struttura la proposta di deliberazione n.76 del 29/05/2019 “Ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale di cui all’art. 243-bis del TUEL e di individuazione delle misure correttive di cui alla deliberazione della Corte dei Conti n. 109/2019”, da presentare in consiglio comunale. Tale proposta di deliberazione, risulta priva di presupposti normativi, in quanto: il piano di riequilibrio non risulta inserito in una programmazione del bilancio, quindi non è possibile valutare gli effetti di sostenibilità proiettati nel futuro; risultano essere inseriti debiti fuori bilancio per tre milioni di euro, ma questi non sono mai stati riconosciuti dal consiglio comunale, atto obbligatorio; risultano tagli dal capitolo del personale, in parole spicciole chi gode delle diciotto ore, ci resterà per altri dieci anni; i sette milioni di disavanzo non sono altro che il risultato della cancellazione di oltre 25 milioni di residui attivi cancellati secondo un libero arbitrio soggettivo e mai approvati dai responsabili di settore. Così, via via, da meno quattro milioni siamo arrivati a sette, per approdare sull’isola dei meno dieci milioni, già, perché in questo modo, potrebbero essere spalmati in dieci anni, fermandoci a sette milioni, dovevano essere spalmati per la durata della legislatura. Ma ci ritroviamo con un cane che si morde la coda, sì perché, senza un bilancio approvato, anzi più , con tutte le ispezioni in itinere, attese come la spada di Damocle, tale proposta non potrà che essere rigettata dalla Corte dei Conti con addebito a questa amministrazione, a questo consiglio comunale ed in modo particolare a questo funzionario che ha creato questo “danno grave e certo all’ente”, come da lui sovente utilizzare, per approvare in giunta delibere che sarebbero dovute essere approvate dal consiglio comunale. Morale della favola “ noi abbiamo fatto di tutto per deliberare il riequilibrio, la Corte dei Conti non lo ha approvato, siamo costretti a deliberare il dissesto”. Ritengo che, le inadempienze gravi di questa amministrazione siano: l’approvazione di un rendiconto del 2017 con disavanzo, senza che lo stesso sia stato accompagnato da un piano di riequilibrio, che rende nullo il rendiconto approvato; bilancio 2018 non approvato; bilancio 2019 non approvato, rendiconto 2018 mai approvato. Altro fatto grave è che, questa amministrazione avrebbe dovuto approvare, subito dopo l’insediamento, il DUP (Documento Unico di Programmazione), il programma politico da realizzare per i cinque anni di amministrazione. Insomma la situazione del nostro comune, con una palese azione di accentramento del potere decisionale, in entrata quanto in uscita, ad un solo soggetto, in conflitto con il ruolo che ricopre, ha reso una ordinaria amministrazione in una straordinaria distruzione determinando uno stato di incertezza, confusione, oltre che la revoca dei finanziamenti già approvati.
“Non ci resta che piangere”…..”.