Leonforte. Cronache dal Ferro/Branciforti/Capra (2)

Leonforte. Dopo anni di lotta contro malattie inguaribili i parenti del malato, sconfitti e stanchi, debbono fare la conoscenza della morte, che non cancella il dolore. I malati terminali spesso devastati da piaghe e umiliati da deiezioni corporali dovrebbero ricevere solo cure palliative in grado di gestire i sintomi nel rispetto della loro dignità. Il Ferro/Branciforti/Capra però non può farlo perchè non è munito di un’area hospice e dunque crocifigge i suoi assistiti a un disumano protocollo sanitario. I tentativi del personale di garantire un minimo di privacy sono delegati a un separè e al pudore degli altri malati; costretti a lasciare la camera in attesa che il moribondo venga riportato a casa sua per esalare l’ultimo respiro. Tutto questo è incivile e deprecabile. L’F.B.C. ferito e mutilato, come molti dei suoi malati, deve attrezzarsi di un’area hospice. Un’area che si faccia carico degli aspetti emozionali, spirituali, sociali e personali della malattia non più curabile perché la speranza non è solo quella di guarire, ma anche quella di andarsene dignitosamente.

Gabriella Grasso