Comune Enna non poteva rideterminare nell’anno 2010 le tariffe Tarsu del 2009

“Il Comune di Enna, non poteva rideterminare, nell’anno 2010 le tariffe Tarsu del 2009 e ciò a prescindere dalla ratifica, da parte del Consiglio Comunale, della delibera di Giunta comunale che aveva adottato le modifiche”. Questo è quanto affermato dalla Sesta sezione civile della Cassazione con sentenza 23435, depositata il 19 settembre scorso, con la quale ha fatto chiarezza su tre punti chiave: la giunta comunale è organo incompetente ad approvare le tariffe Tarsu; il Consiglio comunale, secondo una consolidata giurisprudenza in Sicilia, è l’unico organo legittimato ad approvarle; le tariffe non si possono approvare retroattivamente e cioè, come nel caso discusso in Cassazione, nel 2010 per il il 2009. La controversia prende le mosse da un avviso di pagamento relativo alla Tarsu 2009, notificato dal Comune ai contribuenti ennesi. Molti, ritenendo che la Tarsu sia stata approvata (il vero motivo perché ritenuta troppo esosa) non in conformità da quanto previsto dalle leggi vigenti, si sono ribellati. La questione finiva davanti ai giudici della Commissione tributaria provinciale di Enna che, in primo grado, si esprimevano in favore dei contribuenti, mentre “in secondo grado, i giudici della Commissione tributaria regionale di Caltanissetta, inizialmente confermavano quanto deciso a Enna; successivamente, negli ultimi anni invece -sostengono dal Centro studi “Antonio Romano” e dall’Assoconsumatori -, i pronunciamenti, inspiegabilmente, sono stati modificati accogliendo gli appelli del Comune di Enna”. Quindi il caso arriva in Cassazione, con l’avv. Gabriele Cantaro, attraverso il ricorso di un contribuente supportato dall’avv. Ilaria Di Simone dell’Assoconsumatori, dove i giudici di legittimità confermano quanto già stabilito dai giudici di primo grado. Il Comune è stato difeso invece dagli avvocati Salvatore Taverna e Alessandro Paino. “C’è stata poca lungimiranza sia degli amministratori che di alcuni consiglieri comunali -afferma il presidente di Assoconsumatori, Pippo Bruno -, i quali, nonostante il parere contrario di un noto tributarista, avevano deciso, in commissione consiliare, che il Comune doveva comunque proporre controricorso in Cassazione con notevole esborso di soldi dei cittadini. Per tale ragione, l’associazione, con il “Centro Studi Antonio Romano”, invierà la documentazione alla Corte dei Conti, per le valutazioni del caso. Naturalmente -aggiunge ancora Bruno – ora sarà interessante disquisire in Commissione Tributaria Regionale sugli altri ricorsi del Comune di Enna; così come, successivamente, avremo modo di far valere quanto emerge sull’ordinanza, sulla illegittima rideterminazione delle aliquote Imu e Tasi, fatta dal Comune di Barrafranca nel 2018, per gli anni 2014 e 2015, in modo retroattivo sulla base di una erronea interpretazione della normativa sul dissesto”.

Giacomo Lisacchi