Polizia di Stato Enna revoca 53 porti d’arma, 4420 i cittadini titolari al porto di fucile ad uso caccia o per uso sportivo e tiro a volo, 2860 autorizzati a detenere un’arma

Particolarmente intensa nel corso del 2019 è stata l’attività della Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e dell’Immigrazione della Questura di Enna e delle omologhe articolazioni dei Commissariati distaccati della provincia, mirata al controllo delle armi e dei requisiti soggettivi che sottendono alla titolarità sia dei porto d’armi che dei nulla osta alle detenzione della stesse.
Nel corso di quest’anno sono state sequestrate, ai sensi dell’artico 39 del T.U.L.P.S., nr. 45 armi, tra pistole e fucili sottratte a soggetti che non avevano i requisiti per poterle legittimamente detenere.
E’ stata altresì predisposta una verifica ad ampio raggio sulla detenzione e l’uso delle armi, che a seguito di specifica attività di verifica e controllo, principalmente eseguita dalla Divisione di Polizia Amministrativa della Questura di Enna o su segnalazione delle altre Forze di Polizia, ha consentito la revoca di ben 53 porti d’arma.
In tutta la provincia di Enna, sono 4420 i cittadini ad essere validamente titolari di un titolo di polizia che abilita al porto di un fucile ad uso caccia o per uso sportivo e tiro a volo. Mentre nel solo comune di Enna sono circa 2860 le persone che hanno un’autorizzazione a detenere un’arma unicamente nello spazio delle mura domestiche senza possibilità, quindi, di poterla portare fuori dal luogo di detenzione specificamente indicato.
È opportuno ricordare che di recente, in ossequio al recepimento della direttiva europea n. 853/2017, è stato emanato il D.L. n. 104 del 2018 che reca alcune modifiche in materia di certificazione medica. In particolare, tale normativa ha previsto la riscrittura dell’articolo 38, 4° comma, del T.U.L.P.S. introducendo nei confronti di coloro che detengono armi (precisando solo coloro che hanno l’autorizzazione alla detenzione e non anche al porto) l’obbligo di presentare all’ufficio locale di pubblica sicurezza o in assenza al locale comando dei Carabinieri, ogni 5 anni, un certificato medico attestante che il detentore non è affetto da malattie mentali oppure da vizi che ne diminuiscano anche temporaneamente la capacità d’intendere e di volere. Tale certificato può essere rilasciato dal settore medico legale dell’Azienda sanitaria locale o da in medico militare, della Polizia di Stato o del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Tale disposizione di legge ha previsto che nella fase di prima applicazione i detentori debbano assolvere l’obbligo di presentare la certificazione medica entro 12 mesi dall’entrata in vigore del medesimo decreto legislativo, termine scaduto lo scorso 14/09/2019. Molti in questi ultimi mesi sono stati i cittadini che hanno regolarizzato la loro posizione producendo il certificato medico richiesto. Proprio in questi giorni sia il personale della Divisione P.A.S.I. della Questura e dei Commissariati distaccati presenti in provincia e delle Stazioni dei Carabinieri stanno verificando la posizione di quanti non hanno invece provveduto e per i quali a breve si procederà, cosi come prevede la legge, non solo a diffidarli per l’adempimento richiesto ma altresì a promuovere il relativo procedimento amministrativo che porterà inevitabilmente al divieto di detenzione d’armi.
Il personale dell’Ufficio armi della Questura è sempre disponibile a suggerire i migliori consigli su come detenere un’arma a casa, quali precauzioni seguire e quali regole da osservare rigorosamente, specie se nelle abitazioni sono presenti altri familiari o ragazzi minori che incautamente potrebbero venire a contatto con le armi medesime.