Enna, congresso PD: Vittorio Di Gangi segretario, Fabio Venezia Presidente, da eleggere 44 componenti in direzione

La fase congressuale che si è conclusa il 6 dicembre 2019 con la celebrazione del Congresso Provinciale è stata un’occasione importante per fare il punto della situazione su quello che è lo stato di salute del nostro territorio e del nostro Partito e quali sono le prospettive per il futuro.
Non era facile ripartire dopo la destrutturazione della federazione provinciale portata avanti durante la gestione renziana. Tocca al nuovo gruppo dirigente ricostituire un tessuto di relazioni e di rapporti prima di tutto con la gente e poi con Esperti, Organizzazioni Datoriali e Sindacali, Associazioni, Enti, Sindaci e Amministrazioni locali che abbia come scopo la creazione di una piattaforma organica per lo sviluppo e il lavoro nel territorio provinciale. Per questo pensiamo che sia necessario indire, a breve, una Conferenza Programmatica.
Sono stati affrontati temi importanti quali quello della viabilità e delle infrastrutture; dell’emigrazione e dello spopolamento; della perdita di posti di lavoro; dell’elevato tasso di disoccupazione, prevalentemente giovanile; del rapporto tra le Università presenti in Provincia e le nostre comunità; dell’ambiente e dell’ecologia e del rapporto che il PD deve avere con le giovani generazioni.
Il messaggio forte che questo congresso consegna al territorio provinciale, e non solo, è che il Partito Democratico ennese continuerà ad essere punto di riferimento centrale per l’elaborazione di idee e proposte per la crescita e lo sviluppo del territorio. Il mio impegno da Segretario e quello di Fabio Venezia da Presidente dell’Assemblea sarà quello di capitanare una nuova squadra votata al confronto e al dialogo con tutti coloro i quali condividono i valori fondanti del nostro partito senza preclusione e senza pregiudizi.

RELAZIONE CONGRESSUALE

Vittorio Di Gangi

GRAZIE, Grazie a tutti gli intervenuti: Sindaci, Assessori, consiglieri comunali, Segretari di tutti i Circoli della Provincia, dirigenti e militanti del Partito Democratico della provincia di Enna.
Un doveroso ringraziamento va anche da parte mia a tutti i rappresentanti degli Enti, delle Istituzioni, del Mondo sindacale e datoriale, dell’associazionismo che hanno accolto l’invito e che oggi sono qui presenti.
Un ringraziamento non di circostanza lo rivolgo al Commissario Regionale, On. Alberto Losacco, che ha l’ingrato compito di traghettare il Partito Democratico siciliano in acque meno tempestose dopo le burrasche degli ultimi anni.
La sua sensibilità ha consentito al PD ennese di avere assegnato un Commissario Provinciale, nella persona dell’On. Filippo Panarello che, con la sua presenza e con la saggezza che lo contraddistingue, ha saputo gestire, in così poco tempo, questa ultima fase di commissariamento. Certamente nulla a che vedere con i quattro anni di gestione commissariale dell’On. Carbone. Anche a lui va il mio personale ringraziamento, così come quello di tutto il PD ennese.
La fase congressuale che oggi si conclude con la celebrazione del congresso provinciale diventa un’occasione importante per cercare di fare il punto della situazione su quello che è lo stato di salute del nostro territorio e del nostro Partito e quali sono le prospettive per il futuro.
Partito che negli ultimi anni è stato percepito come un soggetto politico non più in grado di poter rappresentare le istanze ed i bisogni dei cittadini e soprattutto non in grado di essere al passo coi tempi rispetto ai grandi cambiamenti della società.
L’elezione di Renzi a Segretario del PD, con l’inaspettato 41% dei voti alle elezioni Europee del 2014, se da un lato sanciva il culmine elettorale del Partito, dall’altro ha avviato il declino del rapporto di fiducia con la gente.
Siamo stati percepiti come coloro i quali si sono occupati degli interessi delle banche, degli imprenditori e dei poteri forti dello Stato, non più rappresentanti del popolo come lo eravamo stati nel passato.
Incapaci di dare risposte concrete ai problemi del lavoro, della salute, dell’istruzione e della formazione e senza riuscire a proporre delle adeguate e serie politiche a sostegno delle famiglie e delle fasce più deboli della società.
Con l’avvento di Renzi si è avviata la destrutturazione dell’organizzazione interna:
• si passa ad una forma di Partito leggero in cui non è più necessario sentire quello che pensano i militanti e gli iscritti, riuniti nelle sezioni. Viene rottamato un modo di fare politica ormai vecchio, anacronistico rispetto ai tempi moderni.
• Si abbandonano le piazze per dare spazio alle discussioni e dibattiti sui social.
• Si abbandona così il linguaggio del confronto dialettico e si passa alla comunicazione per slogan, cinguettii o semplici messaggi.
Nella nostra provincia, poi, i quattro anni di commissariamento del Partito hanno delegittimato una classe dirigente, tutta, ed hanno impedito un serio dibattito e confronto interno che avrebbe potuto contribuire all’elaborazione di idee e proposte degne di accoglimento.
Il risultato è che oggi molte sezioni sono chiuse, la gente si è allontanata e a causa anche di un tesseramento farraginoso e anonimo è stato difficile affrontare questa fase congressuale.
Abbiamo forse male interpretato l’evoluzione della Società. Pensavamo di comunicare con i giovani attraverso i social e, attraverso questi nuovi strumenti, far veicolare tutta la complessità della società moderna e le soluzioni che la classe politica intendeva adottare.
La piazza virtuale ha avvelenato il dibattito, aumentato la violenza verbale e il rischio di nuovi fenomeni di intolleranza. Il tutto nascondendosi dietro una tastiera e nell’assoluto isolamento e anonimato.
Non è un caso, quindi, che con sorpresa di tutti noi, veniamo a scoprire qualche giorno fa che la Questura di Enna ha scoperto un gruppo di estremisti di destra che volevano costituire un movimento d’ispirazione apertamente filonazista, xenofoba ed antisemita. Alle forze dell’odine va tutto il nostro ringraziamento per il lavoro che, lontani dai riflettori, quotidianamente svolgono per tutelarci e difenderci.
Lo spazio che abbiamo lasciato libero nelle piazze lo hanno occupato altri, le destre e i populisti. I 5 stelle prima e la Lega di Salvini subito dopo, ne hanno approfittato e con i soli strumenti della propaganda hanno conquistato gli Italiani.
Con il clima di terrore e con un linguaggio sempre più aggressivo, fomentato dalle continue false notizie, la gente moderata si è rinchiusa nel riserbo ed ha avuto paura di esporsi.
Le ultime elezioni, sia nazionali che regionali ci hanno consegnato il Governo Giallo Verde a Roma e il Governo Musumeci a Palermo. Entrambi incapaci di dare risposte concrete ai bisogni della gente.
L’irruenza di Salvini e la potente macchina della propaganda hanno fagocitato il consenso degli italiani facendo schizzare oggi la Lega ad oltre il 32% e il M5S intorno al 16%. E il PD?
Il PD intanto ha cambiato pelle e il nuovo segretario Zingaretti si è trovato subito a gestire un partito in cui Renzi deteneva la maggioranza dei Parlamentari e rendendo, dunque difficile l’azione politica in Parlamento.
Siamo passati dalla Direzione Nazionale di fine luglio in cui passa la linea di non costituire alleanza con il M5S, così come anche Renzi chiedeva. In quell’occasione viene deliberato il Commissariamento del PD siciliano.
A cavallo di Ferragosto interviene la crisi di governo tutta interna ai giallo verdi e per i capricci e il tornaconto di Salvini.
Renzi, che da tempo meditava e lavorava per la sua fuoruscita dal PD, inverte la rotta e costringe il PD a fare parte del 2 Governo Conte motivato dall’obiettivo non celato di fermare questa deriva populista e di destra; poi di botto fuoriesce dal PD per costituire un nuovo Partito.
Di tutta questa vicenda politica, così importante per le sorti del Paese e per la stessa sopravvivenza del Partito Democratico, i militanti, gli iscritti e i dirigenti di partito hanno notizia dagli organi di stampa. Nessuno sente il dovere di andare nei territori, non dico ad ascoltare ma quantomeno a spiegare le ragioni delle scelte compiute.
In questo clima di grande confusione politica sono i giovani a diventare protagonisti dell’agenda politica:
• sono loro che con Greta Thunberg incominciano a fare manifestazioni e scioperi in tutto il mondo per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico che, se non affrontato seriamente dai Governi, rischia di accelerare inesorabilmente la distruzione del Pianeta. A tal proposito è da accogliere con favore il fatto che la legge di bilancio per il 2020 prevede lo stanziamento di quasi 1,5 milioni per i comuni dell’ennese per la realizzazione di opere legate all’efficientamento energetico e che potranno dare una boccata di ossigeno alle nostre. • Sono i giovani che con spontanee iniziative di partecipazione civile cercano di risvegliare una coscienza politica anti-populista e forse con queste iniziative ci vogliono comunicare una cosa più importante: LA VOGLIA DI USCIRE DALL’ISOLAMENTO DEI SOCIAL EDI SOCIALIZZAZIONE STANDO A DIRETTO CONTATTO CON GLI ALTRI, PROPRIO COME DELLE SARDINE, RIAPPROPRIANDOSI DEL CALORE UMANO E DELLA PASSIONE DELLE PERSONE
L’impegno attivo dei giovani è ancora più importante in un momento in cui nel nostro Paese è stato dato un ampio consenso a forze politiche populiste e sovraniste che tramite i loro slogan, come ad esempio prima gli italiani, o quant’altro, hanno fatto breccia in un popolo in cui si è alimentata la paura, l’odio verso il diverso e le spinte autonomistiche che minano l’unità e la coesione del Paese.
Non possiamo accettare la regionalizzazione del sistema d’istruzione non fosse altro per difendere il principio dell’uguaglianza in un Paese in cui esistono forti squilibri fra le varie regioni.
In materia di sanità, lavoro, istruzione, ambiente, i diritti vanno garantiti uniformemente in tutto il territorio Nazionale.
I nostri figli sono nati e cresciuti nel nome dell’Europa, dell’integrazione tra i popoli, della solidarietà, della Pace e del rispetto per l’ambiente. I Nostri figli sono della generazione dell’Erasmus che ha consentito a tantissimi giovani di conoscere altri Paesi, altre culture, altre modi di vivere.
Tutto ciò se da un lato ha aperto nuovi orizzonti dall’altro ha reso ancora più evidenti i forti contrasti e le enormi contraddizioni presenti nel nostro Paese, nella nostra Regione e soprattutto nella nostra Provincia.
Le scelte operate nel recente passato dalla classe politica, compresa la nostra, hanno determinato dei cambiamenti, non so quanto positivi, nel nostro tessuto sociale.
È noto a tutti che la popolazione si sposta in base alla possibilità che la stessa ha di avere soddisfatti i propri bisogni. La popolazione si concentra nelle grandi aree metropolitane dov’è più facile fruire di servizi primari quali lavoro, salute ed istruzione.
Se per curarmi, per frequentare l’Università, per vedere uno spettacolo oppure per beneficiare di strutture per disabili devo recarmi altrove, forse mi conviene prendere in esame di vendere casa ad Enna e spostarmi con tutta la famiglia.
Mi rattrista prendere atto che dal 2001 al 2017 la popolazione della provincia di Enna scende da 176.959 a 166.259 con una diminuzione di 10.700 unità pari al 6,21%. Se si considera, poi, che nel corso degli ultimi tre anni il decremento è mediamente pari all’1% circa, con – 4.931 abitanti, si capisce come la situazione sia drammatica. Se venisse rispettato questo trend nella provincia di Enna fra 10 anni la popolazione scenderebbe al di sotto dei 150.000 abitanti, stabilendo un ulteriore record negativo: in un quarto di secolo si sarebbe prodotta una contrazione di ben 26.000 abitanti. Per dirla in altri termini, in un quarto di secolo è come se la popolazione della città di Enna fosse interamente scomparsa.
Nascono pochissimi bambini, pochissimi sono i ragazzi che vanno a scuola e tantissimi sono i giovani che, una volta andati via, non tornano più.
Negli ultimi dieci anni perdiamo circa 5.000 occupati, il tasso di disoccupazione sale sempre più sfiorando oggi il 22%. Ancora più drammatico è il tasso di disoccupazione giovanile che supera il 65%.
Il fenomeno dell’emigrazione è in costante aumento e la cosa più grave è l’emigrazione dei nostri cervelli. Abbiamo investito tanto per fare studiare i nostri giovani ed oggi forniamo gratuitamente le nostre competenze, la nostra formazione ad altri privando di tutto ciò il nostro territorio.
A tal proposito vorrei lanciare un appello ai nostri rappresentanti parlamentari. Il Partito Democratico si faccia promotore di una legge che impedisca alle università di indire bandi per Dottorati di ricerca senza assegno. Addirittura, gli studenti debbono pagare una tassa di iscrizione per essere sfruttati dallo Stato.
Siamo cittadini costretti ad emigrare e a non tornare più.
Siamo costretti a fare un biglietto aereo di sola andata. Poi, quando troviamo un lavoro e vogliamo tornare a trovare i nostri cari, ci fanno pagare 250 euro un biglietto aereo. Pensate quanto costa ad una famiglia di 4 persone far vedere i propri figli ai nonni dopo un anno. A Natale o in estate dai 1.000 ai 1.500 euro. E questo perché? Perché per la Sicilia non si applica la continuità territoriale, cosa che invece avviene per il resto d’Europa. Questo perché il Governo regionale non fa rispettare lo Statuto della Regione Siciliana. Su questo tema il PD di Enna è impegnato a intraprendere ogni iniziativa utile alla riduzione delle tariffe.
Per invertire la rotta bisogna affrontare l’EMERGENZA LAVORO al SUD Vogliamo che si incominci a rispettare la Costituzione Italiana a partire dall’art. 1. Poi magari per gli altri articoli possiamo attendere.
Avere una visione strategia per lo sviluppo del nostro territorio è di fondamentale importanza.
Mi rendo conto che nella ristrettezza dei tempi in cui si è svolto questo Congresso non è stato possibile elaborare una piattaforma organica ma vi posso assicurare che sono stati raccolti spunti molto interessanti da cui bisogna certamente partire.
Per questo penso che sia necessario indire, a breve, una CONFERENZA PROGRAMMATICA in cui poter approfondire le idee e i progetti che ognuno di noi pensa di poter concretamente realizzare.
In quell’occasione tutti, Esperti, Organizzazioni Datoriali e Sindacali, Associazioni, Enti, Sindaci, Amministratori locali, dovranno dare il loro contributo alla creazione di una piattaforma organica per lo sviluppo e il lavoro nel territorio provinciale.
Bisogna pensare ad un piano industriale che punti sulle energie alternative, e sulla riorganizzazione del ciclo dei rifiuti, attraverso il quale si possono creare nuovi posti di lavoro legati alla green economy.
Gli incentivi previsti dall’essere stata inclusa tra le Zone Economiche speciali (Zes) potrebbero rilanciare l’Area industriale di Dittaino e farla diventare appetibile, rendendo vantaggiosi gli investimenti attraverso il credito d’imposta, gli sgravi fiscali, le agevolazioni sul lavoro, gli ammortamenti per le aziende.
OCCORRE RECUPERARE IL RITARDO INFRASTRUTTURALE PER ESSERE AL PASSO COI TEMPI E POTER CATTURARE CAPITALI PRIVATI
Non è più tempo di aspettare le normali opere di viabilità che un Paese che si definisce civile merita di avere. Mi fa veramente stare male sapere che a Roma c’è chi discute se fare o non fare la TAV mentre ad Enna non abbiamo più la possibilità di raggiungere le nostre comunità.
Abbiamo il diritto di avere delle strade che si definiscano tali e ne abbiamo diritto ora e non fra vent’anni.
Abbiamo il diritto di completare la Nord Sud, un’opera ritenuta fondamentale per la viabilità della nostra provincia, nell’arco di qualche anno e non aspettare mezzo secolo.
La strada dei due mari (Tirreno/Mediterraneo), che dovrebbe collegare Santo Stefano di Camastra a Gela è sempre oggetto di attenzione e sempre più un sogno che non diventa realtà.
È di alcuni giorni fa la notizia della riduzione dei finanziamenti e del dirottamento delle somme per la realizzazione di altre opere al Nord.
Vengono paventati problemi idrogeologici che fino ad oggi non sono stati evidenziati e si ipotizza un semplice intervento di manutenzione straordinaria per il tratto Nicosia Leonforte stravolgendo di fatto il progetto iniziale di ammodernamento.
Un piano straordinario di manutenzione delle strade e un forte investimento per contrastare il dissesto idrogeologico, oltre che a creare quella rete infrastrutturale necessaria alla mobilità dei cittadini e alle aziende che operano nel nostro territorio, determina la creazione di posti di lavoro che danno maggiore dignità ai nostri cittadini rispetto al solo reddito di cittadinanza. È il lavoro che nobilita l’uomo e non l’assistenzialismo.
Che lo Stato e la Regione si ricordino della Provincia per assegnare delle risorse per consentire la mobilità interna e non quando si pensa di utilizzarla come pattumiera della Sicilia.
Noi tutti sappiamo che ogni tanto si pensa di creareuna discarica di scorie radioattive nella Miniera di Pasquasia, poi una discarica nel territorio di Agira o una discarica nel territorio tra Catenanuova e Centuripe.
Noi Abbiamo un’altra idea di sviluppo.
Inoltre, occorre creare e programmare una seria rete di strutture e di servizi a partire da una qualificata rete sanitaria per finire alla realizzazione di strutture capaci di rispondere ai bisogni di una popolazione sempre più anziana, con la creazione di posti di lavoro nel terzo settore per la cura e l’assistenza alla persona.
Offerta di Servizi turistici di qualità e costituzione di reti tra le nostre amministrazioni locali devono essere le parole chiavi su cui puntare per poter far innalzare quel prodotto interno lordo pro-capite che risulta essere il più basso d’Italia.
NOI, un’idea di sviluppo l’avevamo prima e l’abbiamo adesso, NOI vogliamo che i nostri giovani, e non solo i giovani, restino al SUD.
Dovete sapere che molti docenti sono stati assunti al Nord e in considerazione del fatto che non riescono più a ritornare, si sono portati tutta la famiglia, figli, coniugi e genitori e in alcuni casi hanno venduto la casa per comprarsene una nuova al NORD.
Un ruolo importante nello sviluppo del nostro territorio e della permanenza dei giovani lo svolge il mondo dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
La provincia di Enna che fino a 15 anni fa non contava nessuna facoltà universitaria ha fatto un grosso passo avanti.
Prima la nascita dell’Università Kore, di cui il Prof. Cataldo Salerno è stato Presidente fino a qualche mese fa e a cui va il nostro rinnovato grazie per il lavoro eccellente svolto in questi anni (approfitto per augurare altrettanto successo al neopresidente Ing. Fausto Severino), poi da quattro anni i corsidi laurea in Medicina e Professioni Sanitarie dell’Università pubblica romena di Galati “Dunarea de Jos”, fanno sì che Enna sia vissuta da tantissimi studenti e che l’economia locale ne trae un notevole vantaggio. Certo dispiace che ancora oggi da parte dell’attuale amministrazione comunale le Università vengano visti come corpi estranei e non si faccia l’impossibile per integrarle nel tessuto della città e l’assenza all’inaugurazione dell’anno accademico della facoltà di medicina della Dunarea de Jos ne è l’emblema.
Non bisogna assolutamente dimenticare che nel 2018 è stato inaugurato a Troina il corso di laurea in terapia occupazionale. Un percorso universitario triennale nell’ambito delle professioni sanitarie, unico nel Sud Italia. Accogliamo con favore la disponibilità di Piazza Armerina a mettere a disposizione di locali per l’attivazione di un corso di medicina in lingua inglese e di un corso di odontoiatria da parte della Dunarea de Jos.
E’ bene ricordare che l’Università Kore è in attesa dell’autorizzazione Ministeriale per l’attivazione di un corso di medicina in Italiano.
Come potete ben vedere per quanto riguarda la formazione dei nuovi medici e nell’ambito delle professioni sanitarie siamo ben messi adesso aspettiamo che il Governo Regionale contribuisca ad una riorganizzazione della rete sanitaria per consentire a questi giovani di poter svolgere l’attività clinica nelle nostre strutture ospedaliere.
Questo è il nostro modo di far politica, pensare in grande e realizzare sogni all’apparenza impossibili da realizzare.
SVILUPPO DELLE AREE INTERNE
Lo sviluppo delle aree interne, anche nel campo dell’agricoltura, è un obiettivo da perseguire, grazie anche alla centralità del nostro territorio.
Un passo avanti sta per essere compiuto con l’approvazione definitiva del Ddl,cosiddetto delle ZONE FRANCHE MONTANE, dedicato alle aree svantaggiate a rischio di desertificazione produttiva e spopolamento.
In questo caso gli obiettivi del sindacato datoriale coincidono con quelli delle sigle che difendono i lavoratori e con quelli delle amministrazioni locali: ecco perché, in questa fase così delicata per la Sicilia, tutti noi abbiamo il dovere di unire le forze e orientare la politica ad agire per il bene comune.
La legge obiettivo è rivolta ai comuni con meno di 15.000 abitanti il cui territorio, per il 50%, ricade oltre 500 metri d’altezza, dove vivono circa 500.000 abitanti, e dove sono presenti quasi 29.000 operatori economici e 17.000 aziende agricole.
La Legge risulta indispensabile al fine di promuovere la fiscalità di vantaggio nelle aree interessate e risollevare così l’economia dell’entroterra siciliano, fortemente provato dalla siccità e dall’assenza di una rete di trasporti adeguata in grado di supportare commercio, attività produttive e turismo.
Storia, Cultura, arte, tradizioni, paesaggi e posizione geografica devono essere ancor più valorizzati prendendo a riferimento le esperienze positive portate avanti da alcuni dei nostri amministratori locali.
Per realizzare tutto ciò, sebbene, penso che in un determinato momento ci sia bisogno di maggior presenza dello Stato con investimenti speciali, dobbiamo sfruttare di più e meglio le opportunità che ci vengono messe a disposizione dai FONDI EUROPEI, scarsamente sfruttati per mancanza di progettazione da parte del Governo regionale, dalle risorse provenienti da privati e anche da quelle provenienti da progetti internazionali come quello della VIA DELLA SETA
La “Via della Seta” è un vero e proprio progetto industriale, commerciale e di infrastrutture che la Cina ed altri Paesi come l’India e la Russia intendono realizzare per poter ampliare la forza economica di questi Paesi in Europa.
Il progetto prevede la realizzazione di tratte ferroviarie ad alte velocità, autostrade e creazione o ampliamento di porti ed aeroporti destinati a collegare l’Asia all’Europa e all’Africa.
A questo punto viene da chiedersi cosa contiene concretamente l’accordo siglato tra L’Italia e la Cina e se il Governo siciliano ha attivato un’interlocuzione politica seria e costruttiva capace di creare sviluppo nella nostra isola.
Siamo al centro del Mediterraneo, siamo la porta di accesso dell’Europa all’Africa e non riusciamo a cogliere la grande opportunità. Pensiamo a quanti cittadini dal continente asiatico potrebbero venire a visitare il nostro Paese e quanti potrebbero approfittare del nostro made in Italy. Ma se la nostra classe politica non riesce a discutere delle potenzialità che un accordo del genere ha e non riesce ad elaborare un progetto politico di sviluppo, condanna le giovani generazioni ad un ulteriore emigrazione.
In ambito regionale bisogna aprire una discussione con il Governo regionale per sfruttare al massimo tutte le disposizioni contenute nello Statuto della Regione Siciliana. Bisogna attivarsi affinché imprese e cittadini trovino vantaggioso venire ad investire nella nostra regione.
UN PD NUOVO
Per contribuire alla rinascita del nostro territorio abbiamo bisogno di tutti, nessuno escluso. Abbiamo bisogno delle migliori intelligenze, dei giovani, delle donne e degli uomini animati di buona volontà che mettano al primo posto l’impegno verso il bene comune nel pieno rispetto delle regole di convivenza democratica.
A noi tutti viene chiesto di esserci, di essere protagonisti e non semplici spettatori.
Avevamo chiesto al Commissario Losacco di consentirci di celebrare il congresso Provinciale di Enna per promuovere quanto di meglio noi sappiamo mettere in campo a partire dalle prossime competizioni elettorali.
In primavera si vota nei Comuni di Agira, Enna, Nicosia, Pietraperzia, Centuripe e Valguarnera.
Il Partito Democratico metterà a disposizione di ogni singola comunità le migliori intelligenze capaci di cogliere le sfide difficili che ci attendono.
Dobbiamo essere attenti a ricercare in ogni modo le maggiori convergenze possibili senza preclusione e senza pregiudizi, così come chiederemo di fare a tutti coloro i quali vorranno con noi intraprendere un percorso comune.
Dobbiamo sforzarci di ricercare un’intesa prima con tutti coloro i quali oggi condividiamo il Governo del Paese e poi con tutti gli altri soggetti che hanno un sentire comune e che, pur essendo esponenti della società civile, si riconoscano nei valori fondamentali del nostro partito. E’ del tutto evidente, poi, che dove si vota con il sistema maggioritario le convergenze devono essere più ampie.
Avviamo immediatamente, laddove ancora non si è fatto, ma mi risulta che delle interlocuzioni ci sono già state ovunque, un confronto serrato su idee e programmi per il buon governo delle nostre comunità e per una visione strategica di sviluppo che vada oltre i confini locali.
La convergenza sui candidati alla carica di Sindaco sarà poi naturale.
Io e tutto il gruppo dirigente che oggi qui è rappresentato saremo impegnati nella prossima campagna elettorale a fianco a Voi.
Usciamo dall’apatia in cui siamo caduti in questi ultimi mesi, ritorniamo tra la gente, ascoltiamola, parliamo con tutti e facciamo in modo che le nostre idee, i nostri progetti i nostri sogni diventino realtà.
SE STIAMO INSIEME, SI PUO’
Con la voglia di rinnovamento e di forte impegno che ci viene chiesta da iscritti e militanti mi sento di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea la nuova composizione degli organismi:
PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA PROVINCIALE: Fabio Venezia – Sindaco di Troina.
UNA DIREZIONE PROVINCIALE composta da 28 membri di diritto (tutti i segretari di Circolo e i Sindaci iscritti al PD) e 44 componenti da eleggere, nel rispetto dell’alternanza di genere.
UNA COMMISSIONE PROVINCIALE DI GARANZIA composta da 7 membri
IL TESORIERE PROVINCIALE: Gianpaolo Pellegrino