Ospedale FBC. Sindaco Leonforte vs DG ASP Enna: “Fai gli ordini di servizio”

Leonforte. Il comizio sull’ospedale Ferro/Capra/Branciforti è stato un urlo di battaglia. Una comunità penalizzata dai tagli alla sanità regionale ha accolto le dichiarazioni di verità dei sindaci del comprensorio leonfortese. Dal palco anche i sindaci di: Assoro, Nissoria e Agira hanno solidarizzato con la denuncia del primo cittadino di Leonforte, dichiarandosi pronti a ogni azione giuridica necessaria alla salvaguardia delle loro comunità cittadine. Il sindaco di Leonforte ha riassunto le vicende relative allo stato di fatto: sei anni fa, sotto la sindacatura Sinatra, veniva formalizzata la prima denuncia ai vertici della sanità regionale; ad oggi quella denuncia, seguita da un’ordinanza risalente al 2018 avente come oggetto l’adeguamento della struttura ai requisiti standard previsti dal decreto regionale, è disattesa. Questa situazione ha indotto il primo cittadino leonfortese a formalizzare un ulteriore esposto e a un coinvolgimento della Commissione Sanità regionale, presso la quale si recherà già martedì. Perché c’è un’’incongruenza fra le norme nazionali e l’applicazione regionale? La prima configura l’F/B/C fra le unità di base e la seconda la declassa a ospedale di zona disagiata, per quale motivo? Per la spartizione delle dirigenze? I sindaci hanno infatti raccontato di ignominiose riunioni fra responsabili della sanità aventi a cuore la divisione delle unità semplici e complesse, per garantire taluni, nel totale disinteresse degli utenti. Dal palco di Piazza Margherita il sindaco di Leonforte ha ribadito all’onorevole Razza quanto affermato il 13 gennaio presso l’istituto Medi, e lo ha esteso al direttore dell’Asp di Enna dott. Iudica. Le gravi deficienze della struttura leonfortese sono a oggi ancora più pericolose per i cittadini del bacino di utenza a causa della fatiscente viabilità e delle molteplici arterie chiuse al transito e ostruite spesso dai mezzi pesanti.

I cittadini hanno partecipato numerosi e hanno appreso dai loro rappresentanti quello che da sempre sospettavano: i potenti fanno e agiscono contro di loro. Il comizio si è chiuso con il grido del rappresentante del comitato pro ospedale, Turi Castrogiovanni, “RIDATECI QUANTO CI AVETE RUBATO CON GLI INTERESSI DOVUTI”.

A chiosa di quanto sopra sorge una domanda: le ordinanze, strumento da utilizzare in casi eccezionali vengono utilizzate per chiedere alla direzione dell’ASP di Enna il rispetto di un D.A. (piano di rifunzionalizzazione della rete ospedaliera); come mai, allora, parallelamente è stato impugnato lo stesso D.A., per il quale si chiede il rispetto, con un ricorso fatto al TAR “per motivi aggiunti”?

Questo il comizio. Per meglio comprendere le scollature fra quanto è stato detto e quello che avrebbe potuto essere fatto riassumiamo alcuni momenti della storia dell’ F/B/C. La sgarbata visita a sorpresa dell’assessore regionale alla sanità Razza ha adirato il nostro primo cittadino, che avrebbe dovuto essere coinvolto nell’ispezione cartacea alla RSA Villa Maria, per meglio comprendere cosa impedisce il ricovero e l’arbitraria dimissione dei malati di Alzheimer nell’adeguato modulo; perennemente a rischio di ridimensionamento e conseguente licenziamento di personale. La questione ospedale è invece assai più complessa. Nell’estate del 2018 l’F/B/C venne interessato dalla redistribuzione della nuova rete sanitaria regionale. Le linee guida della nuova sanità ospedaliera miravano all’accentramento dei nosocomi meglio attrezzati e alla specializzazione in aree circoscritte dei piccoli ospedali, classificati per aree di pertinenza. L’F/B/C divenne ospedale di zona disagiata, ma le intenzioni dell’amministrazione neo eletta erano altre. Nel programma elettorale dell’attuale sindaco era chiara la volontà di trasformare il nosocomio in PTE (Presidio territoriale emergenza) che avrebbe salvaguardato i 40.000 utenti del bacino afferente all’F/B/C privati dei livelli minimi di emergenza e primo soccorso attualmente. Il Consiglio comunale nella seduta del 27 luglio del 2018 aveva dato mandato al sindaco di attivarsi in merito, muovendo dall’immobilismo l’allora commissario straordinario all’ASP di Enna e a ottobre il sindaco emanava un’ordinanza che però veniva ritirata a novembre, pur non essendo mutato nulla. Da allora si sono avuti comizi e sit-in pro ospedale, ma l’ospedale continua a morire di stenti. Cosa deve accadere per definirne la fine ineluttabile?