“A gestire il servizio di depurazione delle acque reflue è sempre AcquaEnna, – spiega il parlamentare – cui spetta la gestione dell’intero ciclo delle acque. Tutti i depuratori della nostra provincia presentano dei malfunzionamenti, come evinto dagli atti ufficiali della Commissione Antimafia del 2016 e ancora oggi, purtroppo, – continua Trentacoste – non si registra nessun miglioramento della situazione, nonostante le onerose procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea a carico del nostro Paese e, in particolare, alla Sicilia. Poco meno di 300 comuni, sui 390 comuni siciliani, sono soggetti a procedura di infrazione perché fogne e depuratori non funzionano, in pratica tre quarti dell’intero territorio regionale ha problemi di inquinamento da reflui fognari.
“E pensare – conclude il senatore dell’Ennese – che la Sicilia aveva a disposizione un miliardo per rinnovare reti fognarie e depuratori, ma l’appalto dei lavori è stato molto lento. I fondi a disposizione, nel frattempo, sono cresciuti di altri 400 milioni. La cosa più grave è che gli enti gestori del servizio idrico, compreso AcquaEnna, continuano a far pagare un canone per la depurazione in bolletta, in media circa € 200 l’anno per famiglia, anche ai residenti di quei quartieri o interi comuni, dove gli impianti non funzionano, o sono addirittura inesistenti”.
Continua il senatore Trentacoste: “Il gestore del Servizio Idrico Integrato AcquaEnna, ancora oggi, impone ai cittadini una delle tariffe più alte d’Italia. Analizzando e mettendo a confronto i costi delle utenze domestiche degli ultimi dieci anni nell’Ennese, ci si accorge di un aumento costante e non giustificabile del costo del servizio, in particolare dei costi di depurazione e delle partite pregresse, anno dopo anno”. Così, il senatore del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste che, ancora una volta, torna a parlare della gestione del servizio idrico in provincia di Enna. L’articolazione tariffaria di AcquaEnna, per l’anno 2019, – continua Trentacoste – oltre alla quota fissa per la depurazione, che per le utenze domestiche è di € 13,49 anno, prevede una quota variabile in fascia unica di € 0,5334 mc, rendendo così, i costi in bolletta sempre più vertiginosi”. “Bollette – aggiunge il parlamentare – sulle quali il gestore impone le partite pregresse, il deposito cauzionale e un inesistente servizio di depurazione”.
“È inaccettabile che le famiglie e i cittadini – conclude Trentacoste – continuino a pagare a caro prezzo, senza alcuna riduzione dei costi fissi, un servizio tanto inefficiente e spesso soggetto a interruzioni. Ricordo, infatti, le innumerevoli sospensioni dell’erogazione idrica registrate recentemente, a causa di guasti, e le frequenti erogazioni di acqua impura nelle case dei cittadini, un vergognoso disservizio di cui il gestore AcquaEnna deve rispondere ai cittadini e di cui i sindaci non chiedono ragione”.
Il senatore Cinquestelle nel tempo ha coinvolto tutti gli organi preposti, Magistratura, Sindaci, ARPA, Regione e Siciliacque: “Chiedo ad ognuno di fare la propria parte, servono verifiche e risposte immediate sul caro-acqua, senza tralasciare le altre storiche irregolarità, anche a carattere vessatorio, cui questa società di gestione ci ha abituati”.