Querelle ospedali. La replica del Consigliere Arancio e la nostra risposta

Riportiamo di seguito la replica del Presidente della Commissione sanità, Concetto Arancio, Consigliere comunale Della Città dei Mosaici al nostro articolo dal titolo A volte una pandemia può creare condizioni per completare un’opera alla quale si lavora da tempo” del 20 marzo 2020 a mia firma. Nessuna distrazione, né superficialità nel trattare l’argomento, come ci accusa il consigliere Arancio con un florilegio di aggettivi di chi si arrampica sugli specchi. Una considerazione: crediamo che a rispondere alla nostra testata doveva essere la direzione dell’Asp, la Regione o la politica. Invece risponde, lei, il consigliere comunale della città dei mosaici, presidente della commissione sanità che, evidentemente, risponde ad una logica che, non solo non si commenta, ma non ci appartiene.
Caro consigliere nel nostro articolo non c’è nessuna voglia di campanilismo, piuttosto la preoccupazione per una terra svenduta ad una politica qualunquista. A questa politica, cieca, ignorante, grassa e a tratti senza scrupoli, la gente comune, alla fine della pandemia, chiederà il conto. Perché poco importa, e oggi lo sappiamo e lo abbiamo toccato con mano, che abbiamo un posto di lavoro dentro l’ospedale o al comune, alla Forestale o alla ditta che smaltisce i rifiuti, grazie a quello o quell’altro politico quando il sistema è crollato, quando i nostri nonni, i nostri genitori, e non sia mai, i nostri figli rischiano di morire per l’incapacità di chi ci governa.
I centri di pronto soccorso Covid andavano distribuiti in tutti e 4 gli ospedali per dare pari opportunità e dignità a tutti i cittadini di questa provincia. Il centro di pronto soccorso Covid dell’ospedale Umberto I, forse, bisognava riflettere meglio e non sistemarlo di fianco al pronto soccorso, zona di passaggio di tanti medici. Quando, in una conferenza stampa, ho chiesto, al manager Francesco Iudica se avrebbero montato le tende da campo la risposta è stata che c’era sufficiente spazio all’Umberto I. Perché allora spostare i reparti al Chiello creando disagi ai malati e ai medici per allocarli in ambienti non sempre idonei? E penso, con dolore, ai tanti malati di cancro che in questo momento saranno terrorizzati dal recarsi in tutti e 4 gli ospedali della provincia i cui pronto soccorsi sono stati tutti, e dico tutti, ampiamente contaminati. A quelli che, malauguratamente potrebbero avere un infarto, ai tanti che potrebbero avere bisogno della terapia intensiva. Vede, signor consigliere Arancio, io mi rendo perfettamente conto del periodo che stiamo attraversando.
E vado oltre. Il nostro sistema sanitario non era e non è chiaramente pronto per un’emergenza del genere. Lo sanno i tanti medici ed infermieri, anche quelli di Piazza Armerina, onore anche a loro, che lavorano senza sosta e con tanta ansia, senza nessun presidio. Lo stanno toccando con mano i tanti cittadini che da giorni attendono gli esiti dei tamponi. Lo sanno i parenti degli anziani morti di coronavirus. Quando lei parla del 99,9 per cento di ennesi felici di farsi curare al Chiello pecca, lei, di superficialità. La mia non è una battaglia in difesa di Enna, piuttosto il tentativo di ricordare alla politica che i 4 ospedali, della provincia, meritano pari opportunità anche se in zona non hanno un politico di rilievo. Mi spiace per lei, io non faccio politica e neppure demagogia. So anche che sui nostri giornali, cartacei ed on linee siamo abituati a vedere i copia incolla dei comunicati stampa, niente approfondimenti, niente inchieste. Io sono una giornalista professionista. Il mio dovere è fare informazione.
Pierelisa Rizzo

Quanto pervenuto dal Consigliere comunale Concetto Arangio:
“Ogni tanto è opportuno chiarire le idee a qualcuno che per distrazione, per superficialità, o magari in perfetta malafede, tende sempre a divulgare ed interpretare a modo proprio le notizie dando errate informazioni, dimostrando di non aver compreso il momento che si sta attraversando. Quindi voler a tutti i costi intravedere la malafede di ciò che viene fatto in un momento di paura e emergenza mondiale è assolutamente pretestuoso ed anche piuttosto sciocco. Traendo spunto dalle inopportune e assurde affermazione fatte credo, invece, che a volte una pandemia può creare condizioni per dare fiato alla bocca di chi senza riflettere scrive notizie senza senso, inopportune e soprattutto senza dare l’esatta misura di ciò che si vuole comunicare. Se abbiamo due orecchie, due occhi e una bocca è per ascoltare e vedere, probabilmente, il doppio di quanto parliamo. Chi scrive dovrebbe sapere o ancora meglio, se avesse letto le disposizioni dell’assessore Razza, che obbliga alle 9 provincie Siciliane di dotarsi di un COVID HOSPITAL, in quanto la realizzazione di tale tipologia di ospedali è il presupposto per fare trovare il sistema sanitario Siciliano pronto a far fronte ad un eventuale allargamento dell’epidemia, sicuramente avrebbe evitato di scrivere baggianate e di esternare un evidente vergognoso campanilismo. Quindi la scelta dell’ASP di trasferire alcuni reparti presso il Chiello o di espletare l’attività chirurgica nelle S.O. del chiello non è altro che la necessità di adeguare L’Umberto I alle disposizioni regionale e per far fronte all’emergenza del momento. La riconversione è una scelta necessaria, perché dobbiamo mettere sul piatto della bilancia delle decisioni, quella di curare il paziente affetto da contagio in un luogo di cura adeguato e sicuro e fare continuare l’attività ordinaria degli ospedali. Quindi chi preferisce ammalarsi di COVID19 piuttosto che farsi curare nella “Citta dei Mosaici” faccia pure credo, però, che il 99,9/” degli Ennesi non la pensano così”.

Nota del Direttore: Sig. Consigliere, nonchè Presidente della Commissione sanità per la città di Piazza Armerina, non Le è assolutamente permesso di accusarci di inopportune e assurde affermazioni di notizie senza senso, di baggianate, di un evidente vergognoso campanilismo, PENSI invece al suo modo ancestrale di fare politica sull’argomento da noi illustrato.