Villarosa. Ausiliario socio sanitario dell’Umberto I di Enna, positivo al covid-19 in quarantena con tutta famiglia vive in campagna: ma non ha acqua e non viene ritirata la spazzatura

Villarosa. Vive in campagna in una contrada, limitrofa al centro abitato, con la moglie e i quattro figli e lavora come ausiliario socio sanitario nell‘ospedale Umberto I di Enna. Dal 9 aprile è stato stato posto in isolamento domiciliare con tutta la famiglia, poiché risultato positivo al coronavirus. L’abitazione non è collegata all’acquedotto comunale e, per garantire alla famiglia il necessario approvvigionamento idrico, l’ausiliario quotidianamente si recava nell’abitazione della suocera per attingere l’acqua da un serbatoio. Ma “dal giorno in cui sono stato posto in quarantena – scrive in una lettera indirizzata al Prefetto e, per conoscenza al sindaco – non ho più avuto la possibilità di lasciare l’abitazione, pertanto, in assenza di un’autonoma fonte di approvvigionamento, ho prontamente informato e chiesto ausilio al sindaco, Giuseppe Fasciana, affinché provvedesse in tal senso. Nonostante le varie rassicurazioni da parte del primo cittadino, ad oggi non è stato avviato, nei confronti della mia famiglia, alcun intervento idoneo ad assicurare un bene primario qual è l’acqua, ne alcuna misura di sostegno sociale volta a garantire il soddisfacimento delle necessità della vita quotidiana. Peraltro, da giorni, presso la mia abitazione è stato interrotto anche il servizio di raccolta rifiuti, per cui mi trovo ad aver accumulato quantità di rifiuti a rischio infettivo, idonei ad arrecare un grave pregiudizio alla salute della mia famiglia”. In riferimento a quest’ultimo punto, l’ausiliario, citando il rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità sul Covid-19 n.3/2020, ma anche leggi e decreti, sottolinea nella missiva che “il Sindaco, in qualità di Autorità territoriale di Protezione Civile, è chiamato ad operare nella gestione delle situazioni di emergenza, mediante interventi indifferibili ed urgenti, nonché mediante procedure semplificate dirette ad assicurare il soccorso e l’assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi. Questi, pertanto, non può trovarsi impreparato ad affrontare simili situazioni, in quanto è il punto di riferimento operativo, amministrativo e di sostegno dei propri cittadini, che a lui si rivolgono in quanto istituzione più prossima”. “A tal ultimo riguardo – afferma ancora l’ausiliario – è doveroso segnalare la ‘quasi’ totale assenza di tale figura istituzionale che, ben consapevole della condizione di difficoltà dell’intera famiglia, al momento impossibilitata ad allontanarsi dalla propria abitazione perché posta in quarantena, non si è prodigato in alcun modo per garantire il servizio idrico, se non al termine della giornata di Pasqua, quando già, disperato per la situazione, avevo provveduto a reperire l’acqua tramite un aiuto esterno. Ebbene, di fronte a tali incresciose vicende – conclude la lettera – che hanno visto coinvolto me e la mia famiglia, nonché per l’inezia del Sindaco, chiedo al signor Prefetto di intervenire con proprio provvedimento, affinché vengano attivate le misure di sostegno sociale che l’Istituto Superiore di Sanità ha prescritto (Rapporto ISS Covid-19, n. 1/2020) in favore dei soggetti sottoposti ad isolamento domiciliare presso il Comune di Villarosa, nel pieno rispetto della salute e della dignità umana di ogni singolo cittadino”. Intanto, questa mattina il sindaco ha mandato mille litri d’acqua tramite un privato, scortato dai vigili urbani. Alla domanda dell’ausiliario “da dove è stata prelevata l’acqua?”, pare che la risposta sia stata: “dal pozzo”. “Al che – dichiara il fratello dell’ausiliario – è stata rimandata indietro. Quindi ha avvisato il maresciallo della locale stazione dei carabinieri che è senza una goccia d’acqua in quanto quella pervenuta non è idonea per i propri figli”.

Giacomo Lisacchi