L’incompiuta Nord-Sud continua a portarsi dietro una sequenza di proteste

Ne è corsa di acqua sotto i ponti, e quanti stravolgimenti sono avvenuti in Italia e in Europa, da quando nel 1961 i sovietici iniziarono la costruzione del muro di Berlino. Più o meno, nello stesso periodo, in Sicilia si incomincia a progettare, e dare inizio ai lavori, una super strada, della quale già ne parlava, nientemeno, il primo presidente della regione, Giuseppe Alessi, per unire il mare Mediterraneo al mar Tirreno e collegare Gela a Santo Stefano di Camastra attraversando la provincia di Enna. Un’arteria di fondamentale importanza per lo sviluppo economico dell’intera regione e soprattutto per la parte nord dell’ennese. “L’esclusione dei tre lotti C1, C2 e C3, la cui estensione totale è di circa 27 Km a partire da Nicosia, passando da Leonforte, fino a raggiungere la A19 e ricollegarsi alla Ss 117 bis e, quindi, al completamento dell’itinerario Santo Stefano di Camastra – Gela, dall’elenco delle opere con priorità nazionale, messe in cantiere dal governo per la Sicilia, rappresenta un brusco ed inaspettato stop a quel processo di “risarcimento” infrastrutturale che si era faticosamente messo in moto da qualche decennio” – sostengono il presidente del Centro studi, Mario Orlando e l’ex sindaco di Nicosia, Pino Castrogiovanni, che da oltre un ventennio assieme all’ex sindaco di Leonforte Pino Sammartino seguono la vicenda. “Il mancato completamento della superstrada dei due mari -affermano – rischia di assumere i contorni di una vera e propria beffa. Facciamo appello ai sindaci affinché chiedano un incontro urgente con il vice ministro alle Infrastrutture Cancelleri per impegnare il governo nazionale ad adottare misure straordinarie per il completamento dell’importante arteria”. L’itinerario della Nord-Sud è stato inserito nel primo programma delle infrastrutture strategiche della Legge Obiettivo del 2001 e successivamente anche nel Piano Nazionale per il Sud, approvato dal Cipe nel 2011. “Non solo. I lotti C, lo vogliamo ricordare, -affermano Orlando e, Castrogiovanni – sono già completi di progetti definivi e cantierabili, di tutti i nullaosta e le autorizzazioni, ai quali va aggiunto anche lo studio ambientale a suo tempo richiesto dall’Anas di Roma. Sono dei lotti che ricadono interamente nella provincia di Enna che, a nostro avviso, fanno parte integrante del rilancio economico di un vasto territorio dell’entroterra siciliano che continua a subire disagi proprio per la mancanza di una rete stradale moderna. Per la nostra provincia, l’esclusione di questi tre lotti dalle opere più importanti della Sicilia costituisce una sconfitta ed un indubbio arretramento rispetto alla realizzazione di un’arteria che costituisce una infrastruttura essenziale di collegamento per il nostro territorio e, come scriveva il vescovo di Nicosia, Salvatore Muratore, in una lettera inviata al prefetto di Enna nel 2014, “l’unico punto di speranza per dare respiro ad un’economia ormai da tempo messa in ginocchio”. Insomma, la grande opera incompiuta della Nord -Sud continua a portarsi dietro una sequenza di proteste, tagli, progetti, cantieri, burocrazia e ritardi. E dire che non si tratta neppure di un’impresa faraonica, se la paragoniamo ai quasi 9 mila chilometri della grande muraglia cinese.

Giacomo Lisacchi