Chiacchierata con Francesco Sinatra, ex sindaco di Leonforte, sul paventato dissesto

“Nel 2013, assumo la carica di sindaco e trovo le casse quasi vuote. C’è un’anticipazione di cassa quasi totalmente utilizzata di 2.500.000 euro con una minima o inesistente possibilità di manovra”. Così inizia la conversazione con Francesco Sinatra, già sindaco di Leonforte e chiamato oggi in causa  per gli impegni assunti in sede di stesura del piano di riequilibrio. “Nel 2014 facciamo un piano di riequilibrio approvato dalla Corte dei Conti e dal Ministero degli Interni ed elargito dalla CDP che prevede un accesso a credito pari a  4,5milioni di euro. Questa manovra ci permette al 14 giugno del 2018 di consegnare all’attuale sindaco un Ente risanato già dal gennaio 2016 e una possibilità di spesa di un milione e 600mila euro circa. Se avessero continuato a amministrare con parsimonia e recupero del recuperabile precedentemente trascurato, il debito pregresso sarebbe stato estinto nel 2023. Come ho utilizzato le somme di cui sopra lo spiegherò se necessario agli inquirenti preposti”.

Da quanto detto è possibile fare una riflessione: la spesa corrente, oltre agli aggetti, per gestire il comune di Leonforte è  di 600mila euro annui. Se così è l’azzeramento della cassa è inevitabile. In questi 27 mesi l’amministrazione Barbera, che  eredita una cassa  di un milione e 600 mila euro circa, ne  utilizza l’intera somma per la gestione pubblica del biennio, gestione sovrapponibile alla precedente per spesa annua. Quanto resta da pagare del prestito iniziale non lo sappiamo. Proseguiamo però con la ricostruzione dei fatti: a metà mandato l’amministrazione Barbera dichiara alla Corte dei Conti un aumento della mole debitoria di cui però non riesce a quantificare la reale portata, per mancanza di collaborazione dei funzionari preposti. Il 17 agosto al comune di Leonforte giunge la diffida da parte dell’Assessorato agli enti locali per la dichiarazione del dissesto. Evidentemente sono mancati gli impegni assunti nel corso di questi anni e non era possibile altra alternativa. Non basta aumentare di pochi centesimi la Tari o chiedere i versamenti delle pratiche edilizie giacenti da anni al comune. La domanda che poniamo è:  gli impegni assunti erano proporzionali e realmente applicabili alla nostra condizione economica o l’Ente è in grado di sopravvivere solo a forza di prestiti? E si è tenuto conto dello spopolamento e del consequenziale ammanco economico a questo addebitabile?

“L’amministrazione Barbera ha aumentato le spese indispensabili a mio parere e domando è stato artato il dissesto o si poteva ancora contenere? Da qualche tempo le amministrazioni di centro destra,  Piazza Armerina e Catania pare che preferiscano questa soluzione, perché? Sappiano i cittadini che il dissesto impegna un comune per almeno dieci anni perché nessuna amministrazione  può  risanarlo in cinque”.

Così, chiosa Francesco Sinatra, in conclusione che si dice amareggiato e avvilito per quello che Leonforte dovrà subire.

Noi avendo letto sui social tante dichiarazioni di messa a disposizione per aiutare il comune in questo difficile momento, umilmente, proponiamo: una raccolta fondi, casa per casa. Ognuno dia ciò che può perché solo così si può essere concretamente fattivi. Il resto è solo “scumazza”.

a cura di Gabriella Grasso

 

 

 

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Richiesta di dissesto al Comune di Leonforte