Cerami – festeggiamenti sobri in onore della venerata Madonna della Lavina, patrona della Diocesi di Nicosia

Cerami. Preparati con un novenario di preghiere e liturgie, hanno preso il via i festeggiamenti della Madonna della Lavina, che raggiungeranno intensità di culto negli imminenti giorni del 7-8 prossimi. La diffusione del suo culto verso la Vergine della Lavina ha resistito ai secoli ed è tutt’ora molto vivo tra la moltitudine di credenti, dei numerosi devoti dei paesi vicini.

A causa delle restrizioni legate al coronavirus, i festeggiamenti tributati alla Madonna di Cerami si compiranno quest’anno in stile molto sobrio. Fatto volentieri a meno degli spettacoli e dei divertimenti, non potrà, come vuole la tradizione, compiersi la fiaccolata, non potrà neanche svolgersi la tanto amata e partecipata processione con spalla l’immagine della Lavina che, di solito per la ricorrenza di festa (7 settembre), tinge di “celeste” religiosità Mariana le strade del paese.

Nonostante venga a mancare l’abituale folclore, la pandemia non ferma la fede, non conosce interruzione la devozione e la gratitudine verso la Madonna, per la quale è stato ha organizzato un ampio programma di atti liturgici e varie messe presso l’omonima chiesa della Lavina, eletta a santuario diocesano. L’ingresso dei fedeli sarà contingentato, evitando assembramenti e rispettando le norme anticontagio.

Per perdere la memoria delle tradizioni, a dimostrazione dell’attaccamento alla Madonna, gruppi associativi, soprattutto di Ca-pizzi, Troina e Nicosia, sono già predisposti a mettersi in marcia per compiere a piedi, attraverso antiche trazzere, in fila indiana, con ma-scherine (obbligatorie) e guanti, il rito del pellegrinaggio, fino a rag-giungere, all’alba del 7 settembre, la chiesa-santuario.

E’ qui che, secondo un’antica leggenda popolare, avvenne uno straordi-nario prodigio: l’impeto di un gran temporale, rivoltando le macerie del vecchio monastero, portò a galla un quadro (pala) raffigurante la Ma-donna (Virgo lactans) con in braccio il figlioletto Gesù. Sulle rovine dell’eremo, a testimonianza del miracoloso ritrovamento, fu costruita (sec. XVII) una chiesetta che, dal toponimo del sito, prese il nome di Lavina, cioè della Fiumana o del Torrente.

“L’interno della chiesa –ci documenta Luigi Anello– esibiva, in origine, affreschi e decori artisticamente notevoli, con un soffitto ligneo dipinto e intarsiato. Il susseguirsi di “infelici” manomissioni e lavori, come pure i danni bellici del 1943, hanno fatto perdere alla chiesa il suo splendore originario”.

Se il santuario oggi suscita meraviglia e ammirazione lo si deve alle re-centi opere di ristrutturazione, più in particolare all’accattivante vivacità pittorico-narrativa della navata ingentilita da sei grandi tele firmate da famosi artisti -Abate, Bertocci, Ceccotti, Di Narda, Trovato- della “Pittura colta”. Tutte opere di valenza museale che fanno della chiesa una galleria d’arte, a nutrimento della fede ceramese e diocesana.

Nutrimento che si ripeterà nello stile della solenne celebrazione eucari-stica, attesa per lunedì 7, ore 11, officiata dall’arciprete, don Michele Pitronaci, in occasione della tradizionale offerta del “Manto” alla Ma-donna. In programma alle ore 19.00, si potrà partecipare, con atteg-giamento di salvaguardia anti-Covid, alla funzione liturgica presieduta dal vescovo, Salvatore Muratore. A conclusione il sindaco, Silvestro Chiovetta, pronuncerà l’Atto di Affidamento della città di Cerami alla Madonna.

CARMELO LOIBISO