Leonforte. Epitaffio per un comune in dissesto (parte 2)

E’ stato scritto: “Il consiglio costretto a votare sì e il sindaco accusa l’amministrazione precedente per il crack finanziario” e dalle affermazioni dei consiglieri di maggioranza si evince l’omogeneità di un gruppo persuaso della legittimità del dissesto, ma la persuasione è consapevolezza e non dovrebbe prevedere la costrizione e allora perché la maggioranza in Consiglio ha sentito l’obbligo di votare a favore del fallimento senza chiedere anzitempo una commissione d’inchiesta? Al momento della prima audizione in Corte dei Conti, con paventata possibilità di dissesto avanzata dal primo cittadino, per l’inadeguata documentazione richiesta, data dalla mancata collaborazione dei capi settore, ad esempio? Perché, come ipotizzato dal già sindaco Sinatra, era obbligo mostrare fedeltà a un progetto partitico che sembra adeguarsi a una condotta unica e etero gestita? I fornitori di beni e servizi verranno saldati tutti e tutti tempestivamente? Un comune dissestato è un comune insolvibile eppure dalla lettura dell’ Albo Pretorio Leonforte appare solvibile. E allora? Il sindaco con veemenza ha assicurato i servizi essenziali. Ottimo. Possono annoverarsi fra i servizi essenziali quelli sociali a domanda individuale? Mensa scolastica, asilo nido et similia? Se questo non dovesse essere garantito cosa succederebbe? Distanziamento sociale e divario irrecuperabile e mestizia e tristezza per anni. Tutto questo avrebbe potuto essere usato per evitare o discutere il dissesto e invece si è preferito accogliere e attribuire la responsabilità del fallimento a: amministrazioni precedenti, collegio dei revisori, funzionari comunali, negatività astrali e occhio pesante di questo o quell’altro. Gestire Leonforte è impresa ardua, l’aveva detto anzi urlato l’allora candidato Barbera in campagna elettorale, ma allora perché ha aspettato un anno e mezzo per ribadire quanto già risultava evidente e perché ha ipotizzato il dissesto egli stesso alla Corte dei Conti? Per limitare la verifica di controllo alla precedente amministrazione, colpevole di poca puntualità o di eccessiva superficialità? “I controlli sono in corso e sarà la commissione a riferire anche sulla tempistica” dice il dott. Calì, già assessore in questa amministrazione. Dai banchi della minoranza la voce della consigliera La Ferrara si è levata ma a nulla è valso. Domande, solo domande che attendono risposta e non possono essere licenziate con uno “state sereni” di infelice memoria. Poco c’è da stare sereni perché il dissesto è il male peggiore e andrebbe evitato in ogni modo oppure è una uscita pianificata e suggerita per amministrare l’ordinario, supportati da tutori esterni senza obblighi e con valide giustificazioni per ogni “non si può fare”? Fra Covid e Dissesto potremmo anche chiudere battenti, vendere il vendibile monumenti inclusi e abbandonare la nave che affonda.

Gabriella Grasso

P.S.
Domanda venia la scrivente per l’ingenuità delle domande, ma sarebbe opportuno approfondire un tema così delicato e doloroso. Le rassicurazioni non bastano e le domande precedentemente concordate non bastano.


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Leonforte. Epitaffio per un comune in dissesto (parte 1)