“Liste del centrodestra sono piene di candidati della sanità”: le elezioni a Enna diventano un caso. L’Antimafia audirà il prefetto – by ilFattoQuotidiano

Dopo le denunce della commissione regionale di Claudio Fava (che ha annunciato un’indagine dopo il voto), anche San Macuto interviene sulle amministrative della città siciliana, dove le liste a sostegno del centrodestra sono piene di medici e infermieri. La procura ha aperto un fascicolo, l’assessore regionale alla Sanità blocca i concorsi perché “potrà verificarsi che siano presenti nelle liste dipendenti del Servizio sanitario regionale”. M5s: “In sostanza sta dicendo che il problema esiste”. Il dg dell’Asp locale (che è cognato dell’ex governatore Lombardo): “Trovo bizzarro che da un lato si chieda che la sanità stia lontana dalla politica e poi si pretenda che essa tenga conto del calendario della politica”.

Così oggi scrive Manuela Modica per il Fatto Quotidiano

così continua il servizio giornalistico che riportiamo integralmente:

Candidati alle elezioni in attesa di diventare primari, per dirne una. Ma c’è un po’ di tutto: assunzioni, incarichi, avanzamenti. Tutto in piena campagna elettorale. In sistesi: liste per le amministrative piene di dipendenti dell’Asp di Enna, o dei loro parenti: sono appesi al filo della politica, che in cambio chiede di raccogliere voti in vista dell’elezione del sindaco e del consiglio comunale il prossimo 4 e 5 ottobre. C’è tutto questo nelle denunce arrivate alla procura della città siciliana che ha già aperto un’inchiesta, ma anche alla commissione Antimafia regionale: “Sui molti candidati che sarebbero direttamente riferibili all’azienda sanitaria locale sono arrivate alla nostra Commissione molte segnalazioni“, avverte il presidente della commissione Antimafia dell’Ars, Claudio Fava, che annuncia una missione istituzionale ad Enna ad elezioni concluse. Mentre dal Pd arriva un appello a quella centrale: “È esplosa una questione sulla quale è doveroso un intervento dell’Antimafia nazionale”, chiedono i parlamentari dem Carmelo Miceli e Franco Mirabelli, membri della commissione di palazzo San Macuto. A richiedere l’intervento del presidente dell’Antimafia, Nicola Morra, anche il senatore ennese del M5s, Fabrizio Trentacoste. Richieste alle quali il presidente di San Macuto ha risposto predisponendo già adesso l’audizione del prefetto di Enna. Secondo quanto risulta al fattoquotidiano.it il prefetto sarà ascoltato a breve dai commissari.
Una bomba sulla campagna elettorale, esplosa con le denunce di Pd – il segretario regionale, Anthony Barbagallo ha presentato un’interpellanza all’Ars – e M5s. Ma era stato lo stesso assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, lo scorso 12 settembre, ad inviare una nota alle Asp e alle procure siciliane, per bloccare i concorsi, perché “potrà verificarsi che siano presenti nelle liste elettorali dipendenti del Servizio sanitario regionale e delle strutture private convenzionate”. Uno stop a campagna elettorale inoltrata che a più di qualcuno pare una conferma delle denunce: “Quando un assessore chiede un blocco dei concorsi in campagna elettorale mi sta in sostanza dicendo che il problema esiste”, sottolinea Andrea Giarrizzo, deputato del M5s, e vicepresidente della commissione Attività produttive alla Camera, che in una nota indirizzata al presidente della Regione chiede “interventi non tampone ma più strutturati nel tempo”. E accusa: “Occorre urgentemente far luce sugli incarichi esterni conferiti dall’Asp nei giorni scorsi“. Sul piatto elettorale, infatti, ci sono pure le denunce sulle ferie imposte ai dipendenti così da potere affidare incarichi esterni, per una spesa calcolata intorno ai 450mila euro.
Fulcro delle denunce che sono fioccate da più parti è proprio il cuore dell’Isola: Enna. La città lontana dal mare, che domina da più di 900 metri di altezza la valle del Dittaino, alta, arroccata ed “inexpugnabilis”, come la definirono i romani, torna alle urne con un esercito di candidati pescati a piene mani da uno dei settori più amati dalla politica siciliana: la sanità. Settore d’altronde da sempre caro in terra sicula, guidata non troppo tempo fa, per 11 anni consecutivi da due medici: Totò Cuffaro e il suo successore, nonché gemello politico, Raffaele Lombardo. Ed è proprio il nome di quest’ultimo che riecheggia nelle ultime settimane nella vicenda di Enna. Il direttore generale della Asp locale, infatti, è Francesco Iudica, cognato dell’ex presidente di Regione (hanno sposato due sorelle). Mentre nel mirino delle denunce ricadono soprattutto due liste, Partito per Enna e Liberamente, dove i sospetti riguarderebbero ben 38 dei 40 candidati. Entrambe fanno riferimento a Francesco Colianni, figlio di Paolo già assessore alla Famiglia nella giunta regionale di Lombardo, e sul quale nel lontano 2006 si accesero i riflettori per avere nominato il fratello Alfredo, che era responsabile provinciale dell’Movimento per l’Autonomia, come commissario dell’Istituto di assistenza e beneficenza di Paternò. Adesso eredita i riflettori il figlio Francesco, referente di due delle cinque liste sulle quali ricadono le accuse di aver attinto a piene mani dalla sanità locale. Tutte a sostegno del sindaco uscente Maurizio Di Pietro, ex fedelissimo di Rosario Crocetta sostenuto adesso dal centrodestra ma anche dai renziani, dal quale si è smarcata subito la Lega. Il Carroccio, però, non si allontana dall’Asp e ad Enna schiera un suo candidato in solitaria, l’infermiere 49enne Giuseppe Savoca, pure lui, manco a dirlo, dipendente dell’azienda sanitaria.
Ovviamente candidare medici e infermieri non è un reato. Basta però dare una lettura rapida delle liste a sostegno di Di Pietro per scorgere vari nomi legati alla Sanità: nella lista Partito per Enna, per esempio si leggono i nomi di Daniela Cuci, assunta all’Asp nel periodo Covid, o Rosalia Carroccio, oncologa dell’Umberto I, Giovanni Bongiovanni, fisioterapista. Mentre in Uniti per Enna sfila Paolo Gloria, dipendente Asp. In Liberamente c’è invece Dante Ferrari, sempre medico. Mentre è medico anche l’assessore designato da Di Pietro, Carlo Sant’Angelo: “Sia Sant’Angelo che Carroccio concorrono allo stesso posto di primario: è stato promesso ad entrambi?”, provoca il dirigente dell’Asp, Iudica, smarcandosi dai sospetti. “Ho trovato un’azienda ridotto all’osso, ho fatto assunzioni per dare sicurezza e riempire i reparti inscheletriti, erano ferme per il Covid, ho ripreso appena possibile, e poi che faccio, mi fermo ancora tra un anno perché ci saranno le Politiche o tra due per le Regionali?”. “Mentre Razza bloccava le assunzioni in vista delle elezioni, diversi cittadini mi segnalavano che Iudica continuava a conferire incarichi”, dice però, Andrea Giarrizzo, deputato siciliano dei Cinquestelle alla Camera. “Trovo bizzarro che da un lato si chieda che la sanità stia lontana dalla politica e poi si pretenda che essa tenga conto del calendario della politica”, si difende Iudica. “Mi dispiace – continua il direttore generale – ma se sospendessi le attività concorsuali, quando è del tutto evidente l’interesse aziendale a che si facciano, darei ragione a chi giudica la sanità subalterna agli interessi di una politica che guarda solo alle ambizioni delle persone e se ne frega di quelli della comunità”. Le ambizioni dei suoi dipendenti? “C’è gente che pagherebbe per vendersi”, risponde il cognato dell’ex presidente della Regione, citando nientemeno che Victor Hugo.