Allarmismi bugiardi. I politici tornino a fare il loro mestiere e lascino le passerelle mediatiche a nani e ballerine

Da qualche giorno su Facebook gira una foto che ritrae una fila di ambulanze. La foto è stata usata per terrorizzare la pubblica opinione, anche da operatori sanitari accreditati, con didascalie alludenti a ricoveri al pronto soccorso dell’Umberto I di Enna, a tamponi o altre catastrofi. La foto in realtà riguarda le autoambulanze in fila per la sanificazione. La gente è stanca. E’ stanca di essere usata e ammaestrata con menzogne e dati aggiustati, è stanca di colori mutanti e di punti misteriosi e segreti. I dati Rt, i ricoveri, i tamponi altalenanti hanno stancato. “Credo fermamente nell’importanza di rendere disponibili i dati alla comunità scientifica” ha affermato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro “mi fa particolarmente piacere se questo avviene con un’istituzione autorevole e prestigiosa quale è l’Accademia dei Lincei”. “Stiamo in una situazione in cui non sappiamo ancora con certezza quali siano i canali più rilevanti per la diffusione del virus – afferma il presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei Giorgio Parisi – Serve un grande sforzo coordinato della comunità scientifica per arrivare a una maggiore comprensione dei meccanismi di contagio e quest’accordo è un tassello importante in questa direzione”.
Esaminando l’andamento dei nuovi positivi al coronavirus, il presidente dell’Accademia dei Lincei ha osservato che la crescita sta rallentando chiedendosi se davvero c’è un rallentamento o se invece il sistema di tracciamento stia diventando sempre più incapace a trovare le persone infette.
“I tamponi e il contact tracing – ha concluso Parisi – ci possono dare informazioni molto dettagliate e essenziali: sono fondamentali per la costruzione di un modello scientifico per capire gli effetti del lockdown e di tutte le misure che sono state prese e che si prenderanno in futuro: in loro assenza è impossibile fare alcun paragone scientifico sugli effetti delle varie misure di contenimento. Ma se si vuole coinvolgere la comunità scientifica – ha sottolineato il fisico – serve che i dati siano pubblici”.
I medici e i politici tornino a fare il loro mestiere e lascino le passerelle mediatiche a nani e ballerine altrimenti la gente si confonde e rischia di credere nei nani e nelle ballerine invece che ai camici muniti e ai politici.

Gabriella Grasso