Covid. Troina, borghi di aree interne e smart working

Tra gli effetti prodotti dalla pandemia c’è quello di aver accresciuto l’interesse per le zone interne in via di spopolamento. Se n’è parlato in passato delle zone interne e di come arrestarne il declino. Negli anni ’80, prima che venisse soppressa, la Cassa del Mezzogiorno aveva messo a punto il progetto speciale n. 33. Qualcosa di questo progetto si trova nella biblioteca comunale di Troina. Ma poi non si fece nulla. La questione fu ripresa da Fabrizio Barca nel 2013, quando era ministro della coesione sociale, con la strategia nazionale aree interne (SNAI). In tempo di covid, che impone distanziamento, e città densamente popolate, si torna a parlare di borghi di aree interne in associazione con lo smart working. Molti di noi conoscono giovani che lavoravano nelle città del Nord, che sono tornati in paese e continuano a lavorare in smart working. Non è stata un scelta autonoma, come si può capire. L’avrebbero fatta volentieri, se l’avessero potuta fare senza l’obbligo imposto dal covid. Il covid ha accelerato questa tendenza che aveva colto l’etnologa londinese Karen Rosenkranz, che nel parla nel suo libro “City Quitters. Creative Pioneers Pursuing Post Urban Life” pubblicato nel 2018. I “City Quitters” sono quelli che lasciano la città e vanno vivere nei borghi con meno di 10 mila abitanti. Manco a farlo apposta, Troina ne conta 8950. Attenzione, però, i “City Quitters, come giustamente avverte l’Espresso di questa settimana, “non hanno a che fare con i neo-contadini che scalpitano per imbracciare una zappa, affondare le mani nella terra o mungere una mucca”. Questi amano vivere in un contesto più rilassato, diverso da quello frenetico di una grande città come Milano, ma non rifiutano lo stile di vita urbano. Per poter lavorare in smart working in un borgo delle aree interne hanno bisogno della connessione veloce, di strade decenti percorribili in tempi ragionevoli per raggiungere l’aeroporto, non come, ad esempio, la strada provinciale Troina-Gagliano- Agira che in molti lunghi tratti è una trazzera lacerata da frane e smottamenti.

Silvano Privitera