Troina, crollata la facciata del convento San Michele il Nuovo

Troina. E’ crollato un altro pezzo del convento San Michele il Nuovo di cui, dopo anni e anni di incuria, ne sono rimasti solo dei ruderi, che non si sa per quanto resteranno in piedi. Ma da quello che si vede, ne avranno ancora per poco.

Il convento e l’area circostante sono di proprietà dell’Oasi Maria SS, che su sollecitazione del sindaco di allora, Vittorio Fiore, l’acquistò nel 1953 per 67 mila lire dai due grossi proprietari terrieri, Gaetano Sollima e Silvestro Polizzi. Dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1866, il convento fu tolto a basiliani ed acquisito al patrimonio dello Stato per essere rivenduto ai privati. Ad acquistarlo allora furono i Sollima e i Polizzi, due latifondisti, che però non se ne curarono. Per la città di Troina, che punta a frenare il declino del paese, ma è difficile invertirlo, è un brutto colpo alla sua immagine. I ruderi del convento di San Michele il Nuovo, costruito nel ‘700, vicino al centro abitato, e quelli di San Michele il Vecchio, costruito dai Normanni nell’XI secolo, più lontano dal centro abitato, sono la testimonianza della presenza del monachesimo italogreco, che ha avuto grande influenza sulla storia locale. Nella cultura materiale e immateriale della piccola comunità troinese sono ancora visibili i segni di questa influenza. Non a caso il Santo Patrono del paese, San Silvestro, era un monaco basiliano vissuto a Troina nel XII secolo, che i troinesi, prima che Santo Patrono, lo considerano laicamente e civicamente un loro concittadino. Tutto quello che ha a che fare con il monachesimo basiliano, costituisce un aspetto di grande rilievo dell’identità culturale di Troina. E lo si capisce meglio dalle reazioni venute da più parti al crollo di una parte cospicua di San Michele il Nuovo. Il locale circolo Ancipa di Legambiente, che ha più volte richiamato l’attenzione sulla necessità di interventi rapidi e radicali, suggerisce che sia il Comune di Troina ad assumerne la gestione per fare tutto il possibile per garantire la sopravvivenza dei ruderi del convento che ancora restano. Il presidente dell’Oasi Maria SS, don Silvio Rotondo, e il sindaco Fabio Venezia annunciano che, d’ora in avanti, agiranno di comune accordo tra di loro e in sinergia con le istituzioni regionali preposte alla tutela dei beni culturali per mettere in sicurezza quello che ancora resta del convento e restituirlo alla fruizione dei cittadini, e per valorizzarlo come un’importante risorsa culturale per un progetto di sviluppo finalizzato alla creazione di occupazione.