Tribunale Enna condanna al risarcimento padre che abbandonò il figlio


Una sentenza di certo storica che sancisce il più importante e il più naturale legame che ognuno di noi possiede, ovvero quello con i propri genitori. Figure senz’ombra di dubbio importanti, anzi essenziali, per la sana crescita dei futuri membri della società. Ed è quindi una bella notizia leggere di un ben preciso indirizzo giuridico in materia di difesa di questo sacro e inviolabile diritto a questo legame. E tutto ciò avviene presso il Tribunale di Enna dove è stato affrontato e deciso, per la prima volta, un caso di responsabilità da “deprivazione del rapporto genitoriale”: un illecito che provoca un danno al figlio privato di quel legame importante.
Così il Giudice Dott. Marco Pennisi ha accolto in pieno le tesi sostenute in giudizio dagli avvocati Lucia Mirabella e Salvatore Timpanaro, che hanno difeso un figlio abbandonato dal padre e che avevano significativamente fissato nella citazione la prima udienza del processo per il 19 marzo 2018, giorno della festa del papà. Sono quindi passati quasi due anni e dopo aver interrogato sia il genitore che il figlio abbandonato, il Giudice ha riconosciuto la responsabilità del genitore per la “deprivazione della figura genitoriale” (in parole povere il genitore, omettendo di svolgere il proprio ruolo, ha arrecato al figlio un danno in quanto, senza sua colpa, ha perso uno dei due genitori), condannandolo in favore del figlio al risarcimento dei danni liquidati in € 10.000,00.
Ora, aldilà del fatto in sé, è significativo come la ancora una volta lo studio legale “Timpanaro & Partners” di Nicosia – esperto in diritto di famiglia e diritto penale della famiglia – porti all’attenzione dei giudici una originalissima fattispecie, mai affrontata prima dai giudici ennesi, per certi versi “scottante” e sicuramente degna di attenzione perché permette di riflettere sul ruolo centrale e importante della famiglie quale prima cellula della società e del ruolo della legge volto a difendere e preservare quella cellula. Sono argomenti che meritano attenzione anche da parte di chi non è “del mestiere” e di chi non pratica il foro in quanto portano all’attenzione l’Uomo nella sua sfera valoriale e quindi nella sua vera natura. D’altronde lo studio legale di Nicosia ha già portato all’attenzione diverse tematiche importanti come a suo tempo il diritto di visita on line sul web da parte del genitore separato o l’affidamento di minori a madre omosex.
Scrivono gli avvocati Timpanaro e Mirabella che ”Sin dalla separazione con la di lui moglie il convenuto ha di fatto troncato ogni rapporto con il figlio, che all’epoca dell’abbandono da parte del proprio padre aveva appena tre anni. Da allora il convenuto ha costantemente mostrato disinteresse nei confronti del figlio, dimenticandosi totalmente della sua esistenza. Nessun rapporto parentale, nessun ruolo genitoriale, nessun contatto paterno!”.
I difensori del figlio, divenuto maggiorenne, hanno denunciato davanti al tribunale la violazione sia delle norme del codice civile che dei principi costituzionali e di diritto internazionale, chiedono un risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali (comprensivi del danno biologico, danno morale e del danno dinamico-relazionale o esistenziale) utilizzando quale parametro le tabelle per liquidazione del danno non patrimoniale per perdita del rapporto parentale redatte dall’Osservatorio sulla Giustizia Civile di Milano, praticamente quegli stessi parametri che si applicano in caso di morte del genitore per omicidio o incidente.
Ovviamente, aldilà del denaro e quindi del “fisico”, questa sentenza ha anche qualcosa di morale, perché, giustamente, nessun sentimento può essere comprato e, in ultima analisi, risarcito. Diventa quindi simbolica questa decisione perché rappresenta la difesa, con le armi che possiede la legge, del valore. Perché sicuramente è sempre meglio avere l’affetto di un genitore che qualche migliaia di euro. Ma è anche giusto tutelare il figlio che, non per propria colpa, si è visto privare di una figura importante per omissione.

Alain Calò